Le suore eritree da tre anni in Vallarsa: “Vogliamo dire grazie a tutta la comunità!”

Sono già passati tre anni da quando le suore Cappuccine di Madre Rubatto arrivarono in Vallarsa. La piccola comunità di suore eritree ha trovato nella valle una splendida accoglienza e, grazie agli amici de Il Tucul, associazione di volontariato guidata dal medico Paolo Stoffella che da quasi trent’anni lavora con loro nel Corno d’Africa, una simbiosi perfetta. Capiscono e iniziano già a parlare il dialetto di Vallarsa, conoscono i nomi di tutte le 43 frazioni della valle.

Non hanno macchine e si muovono quasi sempre a piedi in una testimonianza di povertà che ricorda la loro origine francescana.

Le religiose eritree guidano la Via Crucis

I loro nomi – suor Lemlem Digetai Tsegai, suor Tekleyohans Habtemicael Saba e suor Mihret Tesfai Mana – sono diventati famigliari alla comunità, anche grazie all’opera di un’apposita associazione guidata da Mirella Stoffella, costituitasi fra la gente della valle, sempre al loro fianco e a disposizione per ogni necessità.

Le sorelle sono presenti e vivacizzano con le loro preghiere e i loro canti, le diverse celebrazioni liturgiche celebrate dal parroco emerito don Francesco e dall’attuale don Rolando con il collaboratore don Armando, pastori che non hanno mai fatto loro mancare la Messa nella piccola cappella della canonica.

In questi tre anni, le problematiche non sono certo mancate, ma le tre suore hanno trovato un appiglio sicuro anche nel Comune, prima con il sindaco Massimiliano Plazzer ed ora con l’attuale Luca Costa che hanno fatto loro visita nei momenti difficili, incoraggiandole nella loro missione.

Le tre suore eritree impegnate nei boschi della Vallarsa

“Il nostro grazie anche al medico Giovanni Candeliere che ci mantiene in buona salute”, dicono in coro le tre sorelle che si danno da fare anche nei boschi, facendo legna, e nella coltivazione dell’orto. “Dobbiamo ringraziare chi ci ha insegnato come fare e a chi ci sostiene nel nostro lavoro, realizzando gli impianti per irrigare, o anche solo, semplicemente, chi passa da Parrocchia e chi saluta e ci incoraggia”. Anche con gli anziani e gli ammalati della casa di Riposo, suor Lemlem, suor Tekleyohans e suor Mihret hanno stretto una bella amicizia, sperando che questi rapporti possano presto tornare a intrecciarsi; stesso discorso per i bimbi della materna che, raccontano le suore, “le hanno rese felici”.

Fondamentali restano i contatti con la loro terra d’origine; ma se le nuove tecnologie a volte possono “tradire”, c’è sempre chi è disposto a dare una mano, come il giovane alpino Manuel Tomasi, che avevano già conosciuto e ospitato nella loro casa di Malindi durante il suo viaggio di nozze in Kenia, che si è subito attivato per sistemare i loro computer.

“Siamo fiduciose – concludono – che in autunno anche il vescovo Lauro che tre anni fa ci aveva accolte con gioia possa, accettando il nostro invito, tornare in valle”.

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