“Cambiamo rotta”, non ci voltiamo dall’altra parte

Molti migranti percorrono la rotta balcanica verso l’Europa per richiedere protezione umanitaria

A soli 500 chilometri dal Trentino, centinaia di migranti, soprattutto dal Medio-Oriente, tentano di approdare nel Vecchio Continente, ma ad attenderli trovano quasi sempre confini sbarrati. E un destino da profughi nei campi di accoglienza.

Per richiamare l’attenzione dei Trentini su questo dramma che si consuma alle porte di casa nostra, eppure nascosto ai più, una rete composta da sei realtà locali, coordinate dalla Diocesi di Trento, lancia la campagna di sensibilizzazione “Cambiamo rotta!”. Insieme alla Diocesi di Trento, Ipsia (organizzazione non governativa delle Acli), Osservatorio Balcani Caucaso Transeuropa/CCI, Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani, CNCA – Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza e Movimento dei Focolari vogliono così accendere i riflettori sulla situazione dei migranti che attraversano la rotta balcanica nel tentativo, per lo più vano, di raggiungere l’Europa.

L’obiettivo della campagna di sensibilizzazione, hanno spiegato mercoledì 26 mattina i proponenti in una conferenza stampa a più voci, ospitata nel giardino del Polo culturale Vigilianum in via Endrici a Trento, è suscitare maggiore consapevolezza su questa ferita aperta nel cuore dell’Europa, negli stessi territori insanguinati dalla guerra degli anni Novanta, conseguente alla disgregazione dell’ex Jugoslavia.

La campagna non si limita a una pur preziosa azione di informazione, ma punta a raccogliere fondi per sostenere l’attività di accoglienza già in atto, grazie all’opera anche di volontari trentini, in particolare nel campo profughi di Lipa, in Bosnia Erzegovina. Con i fondi raccolti ci si propone di realizzare una lavanderia, fondamentale per garantire un’igiene basilare e scongiurare la diffusione della scabbia. Avere un servizio di lavanderia gestito dalla Croce Rossa della città di Bihac non solo consentirebbe il raggiungimento di standard umanitari e sanitari più elevati, ma risparmierebbe anche preziosi fondi che vengono attualmente spesi per l’acquisto di nuovi vestiti, lenzuola e asciugamani per i migranti.

”Prima che un appello cristiano, il nostro è un appello umano”. Don Cristiano Bettega, referente dell’ Area Testimonianza e Impegno sociale dell’Arcidiocesi di Trento, riassume con queste parole il senso della campagna: “La rotta balcanica è una realtà scomoda, poco conosciuta. Crediamo invece che serva attenzione. Ma non ci basta far conoscere il problema. Vogliamo anche fare qualcosa di concreto. Consapevoli che nessuno di noi da solo può fare qualcosa, ci siamo messi in rete, tra realtà ecclesiali e della società civile, aperti anche a ulteriori adesioni”. Roberto Calzà, referente diocesano della Pastorale missionaria e delle migrazioni, evidenzia tra gli obiettivi anche quello di far conoscere all’opinione pubblica locale le realtà trentine che da tempo operano lungo la rotta balcanica assistendo i migranti. Conferma Olha Vozna di Ipsia del Trentino: “Non si conosce questo problema. Noi di Ipsia da tempo entriamo nelle scuole per informare e sensibilizzare i giovani, portando anche la testimonianza dei nostri operatori e volontari rientrati dalla Bosnia Erzegovina”.

La situazione nel cantone di Una Sana, in Bosnia Erzegovina, non è per nulla migliorata rispetto ai primi di gennaio 2021, quando l’incendio del campo profughi di Lipa, non lontano da Bihac, nel nord-ovest del Paese, aveva portato all’attenzione anche dei media mainstream la disastrosa situazione dei migranti lungo la rotta balcanica e suscitato una reazione solidale sia in Italia sia in Europa. Lo ricorda Nicole Corritore, giornalista di OBCT, informando che attualmente il campo è in fase di ricostruzione “grazie anche all’opera dell’ong Ipsia e di Caritas Italiana”. Ma in Bosnia Erzegovina oltre agli 8.300 migranti ufficialmente riconosciuti e accolti nei campi vi sono almeno altre mille persone – uomini, donne, moltissimi bambini – che si arrangiano come possono. I Paesi dei Balcani non possono reggere da soli la pressione migratoria, osserva Massimiliano Pilati, presidente del Forum Trentino per la Pace e i Diritti umani, evidenziando poi l’importanza e l’utilità del lavoro in rete che sta dietro alla campagna “Cambiamo rotta!”: una preziosa opportunità per condividere le esperienze, le capacità e le rispettive competenze. “Attraverso le diverse realtà che si sono unite per questa campagna di azione potremo raggiungere pubblici diversi e ciò è fondamentale”. Anche l’appuntamento on-line di sabato 29 maggio per raccontare la rotta balcanica e approfondire i fenomeni migratori avrà così, si auspica, un’eco maggiore. è una necessità, quella della conoscenza, che sta a cuore anche a chi in Trentino si occupa dell’ultimo anello della catena delle migrazioni, l’accoglienza, ha osservato Emiliano Bertoldi del Cnca (Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza). Conoscere non è che un primo passo, osserva Francesca Lunardi del Movimento dei Focolari, per dare concretezza, come ci si propone con questa campagna di sensibilizzazione, “alla categoria della fratellanza universale, che è una categoria anche politica”.

PER CONTRIBUIRE
Si può contribuire all’azione di sensibilizzazione e ai progetti concreti con un versamento all’Opera Diocesana Pastorale Missionaria sul conto corrente postale n. 13870381 o con un bonifico (Iban IT 28 J 08016 05603 000033300338).
I privati che usufruiscono della detrazione Irpef possono versare all’Opera Diocesana Pastorale Missionaria – sezione Onlus sul conto corrente postale n. 30663371 o con un bonifico (Iban IT 70 L 08016 05603 000033311172).
Indicare sempre la causale “Progetto Balcani”.

 

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