Cembra Lisignago, da mezzo secolo la biblioteca un punto di riferimento

Lo scorso 11 maggio la biblioteca comunale ha festeggiato i 50 anni di attività

Palazzo Maffei è in festa, e lo rimarrà sino alla fine del mese. L’11 maggio, infatti, la biblioteca di Cembra Lisignago ha festeggiato i 50 anni di attività. Ad accogliere i lettori e gli amici affezionati della biblioteca ci sono due mostre. La prima offre una prospettiva insolita della biblioteca, attraverso lo sguardo di circa settanta bambini e bambine che, con i loro disegni, hanno raffigurato l’edificio culturale per il concorso “Mini-bibliotecario”. “I tre piccoli vincitori avranno la possibilità di trascorrere una mattinata in biblioteca, per capire come funziona il lavoro del bibliotecario”, racconta Laura Tabarelli, assessora alla cultura del Comune di Cembra Lisignago. “I bambini potranno anche allestire un espositore con i loro libri preferiti. Grazie al lavoro della nuova bibliotecaria, Sonia Arw, siamo riusciti a coinvolgere quasi tutte le scuole della Val di Cembra”.

Al secondo piano, invece, è stata allestita una mostra storica che ripercorre le cinque decadi della biblioteca, che nel corso degli anni ha cambiato sede per ben otto volte. La sua storia è stata raccontata grazie all’aiuto degli amministratori comunali che hanno ricevuto la delega alla cultura; mandato che, peraltro, sino agli anni Ottanta non esisteva. Tra le testimonianze raccolte ci sono anche quelle dei cittadini che hanno frequentato questo luogo di cultura e, soprattutto, dei bibliotecari che l’hanno gestito. La prima, Caterina Di Salvo, ha descritto i suoi primi anni in biblioteca come un momento “magico e proficuo”, come racconta Tabarelli.

Nel 1976, però, quest’avventura ha subito un’inflessione a seguito del processo legato all’enciclopedia Mondadori. Dopo aver trovato i disegni pornografici realizzati da un’alunna, una maestra delle elementari di Cembra, moglie del dirigente scolastico, giudica colpevole di quest’influenza l’enciclopedia sessuale da poco arrivata in biblioteca. Inizia così un processo che terminerà a dicembre, e che coinvolge, oltre alla bibliotecaria e a suo marito, che la aiutava a coprire i turni della biblioteca, anche il funzionario del servizio biblioteche della Provincia e il sindaco, colpevoli rispettivamente di aver ordinato l’enciclopedia e di averla “recepita”. Entra in questa vicenda anche “Vita Trentina”, che all’epoca prende le distanze dal processo, come gran parte della curia.

Questa vicenda ha rappresentato una cesura nella storia della biblioteca. Il bibliotecario successivo, Maurizio Bonzanin, ha dovuto risollevare le sorti di una biblioteca che era “in ginocchio”. Bibliotecario per quarant’anni, è andato in pensione a maggio dell’anno scorso. “La mostra è stata allestita anche con lo scopo di ringraziarlo e di salutarlo degnamente”, spiega Tabarelli. “E nel pannello conclusivo, chi vorrà, potrà anche lasciargli un messaggio”.

Nell’esposizione c’è anche il primo computer della biblioteca, conosciuta anche per la sua funzione di audioteca. “Era un aspetto comune a tutte le biblioteche”, conclude l’assessora alla cultura Laura Tabarelli. “Nella nostra, però, c’erano alcune poltrone, dove gli utenti si sedevano ad ascoltare i dischi che il bibliotecario poggiava sul piatto”.

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