Anche l’architetta trentina Elisa Burnazzi alla Biennale di Venezia

Ci sarà anche l’architetta trentina Elisa Burnazzi al Padiglione Italia della Biennale di Venezia 2021, nella sezione tutta al femminile dedicata alle architette e designer italiane, organizzata per la prima volta nella storia della rassegna, visitabile dal 22 maggio al 21 novembre 2021..

Elisa Burnazzi, fondatrice assieme a Davide Feltrin, dello studio Burnazzi Feltrin Architetti, è alla terza Biennale: la prima è stata nel 2012, poi ancora nel 2018 e quest’anno, nel 2021, dove esporrà all’interno della sezione tutta al femminile, denominata Decolonising the built environment, co-curata dal collettivo Rebelarchitette che da anni si batte per la parità di genere in architettura.

L’architetta trentina, molto contenta di essere stata invitata, ha deciso di portare quattro opere che definisce opere “prime” del suo studio: il centro di aggregazione giovani e anziani di Poggio Picenze, l’edificio unifamiliare PF a Pergine, l’allestimento urbano e grafica del Centro Culturale S. Chiara di Trento e l’edificio unifamiliare FG, a Borgo. “Il tema del Padiglione Italia di quest’anno è: Resilient Communities – Comunità Resilienti, che si inserisce in quello più generale della 17a Biennale di Architettura di Venezia: “How will we live together?”, a cura di Hashim Sarkis. Lo studio di architettura Burnazzi Feltrin, da anni impegnato sui temi della qualità architettonica, il rispetto per il paesaggio, la sostenibilità ambientale e sociale, si è interrogato sui temi della resilienza, rigenerazione e comunità, dando una sua personale interpretazione; secondo la loro esperienza ormai ventennale ogni progetto è un mettersi in gioco e fare rete, per rinascere ogni volta migliori”, spiega Elisa Burnazzi.

Il centro di aggregazione giovani e anziani di Poggio Picenze, in provincia de L’Aquila, è stato costruito dopo il terremotato dell’Abruzzo del 2009. È un esempio emblematico di resilienza per Elisa Burnazzi e Davide Feltrin. Il centro, rivestito in legno e coperto a verde, dimostra che anche dopo un terremoto, una ferita profonda nella terra e nelle vite delle persone, grazie alla solidarietà, si può ritrovare il coraggio e guardare con speranza al futuro. L’edificio unifamiliare PF, in prefabbricato di legno, rivestito di larice e ad alto risparmio energetico, è il primo edificio della loro carriera. Grazie a questa casa sono nati come studio di architettura, hanno rodato il lavoro di squadra tra loro e con i collaboratori, hanno sperimentato il rapporto con i clienti, fatto di ascolto, fiducia e pazienza reciproci, hanno intessuto rapporti di collaborazione con aziende ed artigiani che in molti casi continuato ancora oggi. L’allestimento urbano e grafica del Centro Culturale S. Chiara, a Trento, riutilizza per la prima volta al mondo a fini artistici, 200 pannelli degli spettacoli teatrali andati in scena dagli anni ’80 ad oggi. Ciò dimostra che l’arredo urbano può promuovere la sostenibilità sociale ed ambientale. Infine l’edificio unifamiliare FG è il loro edificio privato più recente, un prefabbricato di legno costruito a Borgo Valsugana che è un’”oasi” per socializzare. Questa è la casa per una famiglia, ma è aperta a condividere vari spazi con i parenti che abitano nelle case vicine.

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