A Lagos, Dokita più forte del Covid. E i bambini hanno la loro materna

È stata presentata all’inizio del mese di maggio alla Provincia Autonoma di Trento la rendicontazione finale del progetto per la realizzazione di una scuola materna nella periferia di Lagos (Nigeria), una città che a metà secolo avrà 50 milioni di abitanti. L’idea era germinata all’inizio del 2016 tra fratel Ruggero Valentini e don Renzo Zeni. L’operazione è poi decollata nel 2018 e nonostante i rallentamenti per la pandemia è giunta al termine.

Si è trattato di un’impresa sinergica, che ha coinvolto i soggetti più diversi a partire dall’Unità pastorale di Santo Spirito (costituita dalle parrocchie di Cles, Mechel, Nanno, Pavillo, Rallo, Tassullo e Tuenno) – rappresentata dall’Associazione oratoriana “Noi” di Tuenno – e dalla comunità religiosa di Padre Monti (quella del venerabile Emanuele Stablum di Terzolas) presente in Nigeria con la cura pastorale della parrocchia “Nostra Signora Madre di Misericordia” di Abijo (Lagos), destinataria dell’opera.

L’Associazione “Dokita Trentino Alto Adige/Südtirol” di Arco, ha assunto il ruolo di capofila del progetto, gestendolo in tutte le sue fasi. Infine le altre realtà partner: l’azienda “Giacca srl” di Trento e l’Associazione “Hope for Children” di Arco. L’intera operazione ha beneficiato dell’assistenza qualificata di una ONG nazionale, l’Associazione “Dokita” di Roma, operativa da anni nel continente africano. Un ruolo determinante è stato svolto dall’Amministrazione provinciale di Trento, che ha approvato e finanziato il progetto nell’ambito della solidarietà internazionale.

Si può veramente dire che il Trentino si è fatto in quattro. La vecchia, fatiscente struttura è divenuta ora una bella sede funzionale alle attività con i bambini, che sono numerosissimi in quel contesto sociale fatto di migrazioni da nord a sud del popoloso Paese africano alla ricerca di una vita più sicura, lontana dalle violente scorribande dei terroristi. Ispirandosi alla storia trentina di fine Ottocento, i promotori del progetto hanno ritenuto fondamentale sostenere le famiglie nella crescita dei figli, a partire dai primi anni di vita. Il nuovo edificio è stato realizzato come scuola materna e anche per l’aggregazione dei minori del quartiere. Si sono poste le basi anche per successivi sviluppi scolastici. Oltre alle attività educative il progetto ha previsto ed effettuato azioni di prevenzione e informazione sanitaria, avvalendosi di personale medico locale, considerata l’impossibilità di inviare professionisti dall’Italia a causa della pandemia. Interventi di cura sono stati compiuti per i bambini colpiti dalle diffuse patologie del luogo: vermi, tifo, amebe, tigna, scabbia… L’arrivo di Covid-19 ha favorito una specifica sensibilizzazione della popolazione in materia di igiene e sanificazione.

In questi anni i promotori hanno coinvolto la popolazione trentina con iniziative finalizzate all’informazione e alla raccolta-fondi da privati, che è stata molto generosa. Il parroco di Abijo, p. Victor Ukanero, è venuto in Val di Non per ringraziare le parrocchie della loro collaborazione e ha elogiato il Trentino per la sua fervida attività di solidarietà internazionale, dalle profonde radici missionarie. Per Dokita Trentino-AA/S si è trattato di anni di intenso lavoro, con non poche preoccupazioni, ma dal grande significato morale in questo tempo a rischio d’indifferenza. Il presidente Paolo Bronzini ha ringraziato tutti i benefattori, Marialisa Avi segretaria dell’Associazione e l’Amministrazione provinciale, sempre collaborativa anche in questa complicata situazione di pandemia.

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