Come il pane indispensabile alla vita

UN DIO CHE SI FA PANE, SEMPLICE! Cosa c’è di più buono di un semplice pezzo di pane, quando torniamo a casa affamati dopo un pomeriggio di corse al parco con gli amici? Il pane, che meravigliosa invenzione! Si dice “schietto” in alcuni dialetti per dire proprio pane “senza companatico”, nutriente nella sua umiltà. Dio sceglie di farsi pane per noi. Pane da condividere, da spezzare, da gustare nella sua autenticità. Attraverso l’Eucarestia, Dio entra in noi per sostenerci, per ricordarci la bellezza del mangiare insieme e insieme crescere, condividendo la vita. Niente di più semplice, di più basilare per la nostra vita. David Maria Turoldo, uomo di Dio e poeta capace di tenere insieme la fatica della terra e le cose del Cielo, ha scritto queste parole: “Restituiscimi all’infanzia, Signore, fà che ritorni fanciullo, al sapore vero delle cose, al gusto del pane e dell’acqua.” Dopo aver colorato l’illustrazione, puoi ricopiare questa frase attorno al pane di Dio. (illustrazione di Lorena Martinello)

DOMENICA 6 GIUGNO 2021 – SOLENNITÀ DEL CORPO E SANGUE DEL SIGNORE – ANNO B

Es 24, 3- 8 – Eb 9 ,11-15 – Mc 14,12-16.22-26

La festa del corpo e sangue del Signore ha radici molto antiche. Risale al XIII secolo e a partire dal Belgio si è diffusa un poco alla volta in tutta la Chiesa cattolica. Nel tempo ha avuto forme di intensa popolarità, espresse in modo particolare nelle processioni, nei canti e nella liturgia.

Da oltre sette secoli la Chiesa d’occidente celebra il mistero del corpo e sangue di Gesù due volte all’anno: il giovedì santo e nella domenica seguente la Santissima Trinità. L’obiettivo principale era tener vivo il senso della presenza reale nel pane eucaristico. Si ricordavano le parole di Gesù: «Prendete e mangiate, questo è il mio corpo. Prendete e bevete, questo è il mio sangue». Oggi l’accento cade su un’altra parola di Gesù: «Prendete».

Gesù non chiede ai suoi discepoli di adorare il pane, ma di mangiarlo, per essere una cosa sola con loro, per trasformare la loro vita rendendola simile alla sua. L’Eucaristia richiama l’ultima cena, quando Gesù, in quel banchetto, mostra un Dio che non è assente, ma che partecipa alle vicende umane. Ci sono molti racconti nei vangeli, dove viene descritto Gesù che si ferma a mangiare con i peccatori: in questo modo annuncia un amore senza esclusioni, aperto a tutti. Ciò che ne consegue non è semplicemente un passare un po’ di tempo insieme, uno scambiarsi le opinioni, ma una trasformazione. Chi mangia con Gesù rivoluziona il suo modo di vedere le cose, comincia a guardare la realtà con gli occhi stessi di Dio. Ecco perché è importante accogliere l’invito di Gesù a mangiare il suo corpo, per fare amicizia con lui, ricevere la sua forza e le sue motivazioni per vivere nel mondo. Mangiare con Gesù è fare esperienza di fraternità, è appello alla solidarietà. Ma c’è anche un significato più profondo. Nell’ultima cena Gesù prende il pane, dice la benedizione e lo dà agli apostoli. Lo stesso fa col vino. Il pane e il vino sono sintesi di tutti gli alimenti. Sappiamo tutti che mangiare non è un lusso; per l’uomo mangiare è necessario, se vuole vivere. E il pane ha un grandissimo valore simbolico: è frutto della terra e del lavoro dell’uomo; è richiamo a Dio che lo dona e insieme alla responsabilità dell’uomo che coltiva la terra. Gesù si fa pane perché come il pane è indispensabile alla vita. Non mangiare quel Pane, non prestare ascolto a quella parola, è smarrire il senso delle cose, di quello che si fa. É cercare se stessi e perdere la strada verso Dio.

Nell’ Eucaristia c’è anche il vino. Non è di per sé un elemento indispensabile. Il vino però rappresenta la gratuità della festa, dell’amore, dell’ospitalità; esprime la dimensione gioiosa della vita, il piacere dell’esistenza. Gesù è il vino che dà senso, calore, amore, che ci fa comprendere qual è il progetto di Dio per gli uomini. Non è solo perdonare i peccati, ma è portare se stesso, la sua vita immensa nell’uomo. É dono gratuito, è alimento che fa vivere, è bevanda che disseta e dà gioia. Questo è Gesù: persona che si dona sempre, senza risparmiarsi per far crescere l’altro, l’umanità. È vissuto rischiosamente, ha cercato la compagnia di persone considerate pericolose, come i pubblicani, i peccatori, le prostitute. È stato profeta che ha denunciato coraggiosamente soprusi, ingiustizie e mancanza di rispetto per la dignità di uomini e donne. Ha stroncato una religiosità formale e priva di vita.

Gesù dice “prendete e mangiate” come a dire a ciascuno di voi: prendete il mio progetto, fatelo vostro, vivetelo. «Rispondere Amen quando ci comunichiamo può riassumere tutta la nostra fede, tutto il nostro condividere i piani di Dio su di noi e sull’umanità» (Umberto De Vanna).

E secondo voi?
Sono convinto dell’importanza dell’Eucaristia per vivere secondo il progetto di Gesù?
Sento il bisogno di mangiare il pane di Gesù per diventare più capace di costruire un mondo solidale e di bere il vino per essere testimone di gioia e calore umano?

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