Il sogno di Frantz: “Francesco, vieni sul Garda”

Riva e uno scorcio del lago di Garda

Il Papa sul lago di Garda, in un viaggio che sancisca quell’unità ideale delle tre sponde benacensi – trentina, veneta e lombarda – ancora oggi tanto lontane su molti temi. I progetti di Frantz Kourdebakir posano i semi nei sogni e qui trovano l’humus per crescere e quindi trovare una dimensione terrena. “Francesco sul Benàco? Io spero già il prossimo anno. L’invito gli arriverà”, dice con la semplicità di chi si lascia guidare dalla fede.

Ascoltare Frantz è un po’ come stare in una vallata alpina durante il disgelo ed osservare le acque che impetuose e inafferrabili scendono a valle, scegliendo percorsi improvvisati, ma con la certezza che o prima o poi quei flussi raggiungeranno la quiete della pianura. Bisogna avere la pazienza di aspettare. D’altra parte anche la biografia di questo insegnante di religione di 47 anni che usa con disinvoltura il linguaggio dello spirito, è particolare. In Frantz, infatti, nato in Francia, convive un pezzo di mondo. Bisnonno turco (lo tradisce la desinenza del cognome), padre bretone e mamma caraibica, nata in Martinica. Un pot-pourri che lo rende un naturale ricettore dell’altro.

Promettente atleta sui 400 metri, buon calciatore, immaginava un futuro da cantante e ballerino. Ma la fede in Cristo lo ha definitivamente “rapito” durante un viaggio in autostop nel Regno Unito, visione moderna di un Saulo sulla via di Damasco. Poi è iniziato un girovagare che lo ha portato a Roma e all’incontro con la comunità mariana Oasi della pace. Un’esperienza di tre anni in Camerun, il rientro a Roma e i dubbi che lo hanno convinto a rinunciare ai voti, non certo alla fede. Da qui l’esperienza di insegnante di religione che lo ha prima portato a Verona e poi sulle sponde del Benàco, a Peschiera e quindi a Bardolino. Difficile ricordare tutte le iniziative di cui si è fatto portatore in particolare nelle scuole – dai progetti per la Terra Santa, nel tentativo di creare ponti fra ebrei e palestinesi, agli incontri interreligiosi – ma l’ultimo “sogno” di Frantz è il Patto educativo per il Garda. Un nome che non a caso si rifà al Patto lanciato nel 2019 da papa Francesco, alla “sua Laudato si’ e, in termini più laici, all’Agenda 2030. Il tutto con un occhio a quell’ambiente unico che è il Garda, un ecosistema oggi a forte rischio soprattutto per il carico antropico legato al turismo.

Frantz il bacino del Garda lo conosce bene perché per tre volte (“e mezza”, ci tiene a precisare) lo ha percorso a piedi, incontrando persone, amministratori, parroci e dirigenti scolastici delle tre sponde, trentina, veneta e lombarda. Un lavoro di cucitura di relazioni che continua nelle scuole, con incontri online che puntano a creare consapevolezza ambientale.

L’insegnante di religione Frantz Kourdebakir

Kourdebakir, nei suoi progetti c’è un filo conduttore: la visione unitaria del lago di Garda. Quasi volesse arrivare laddove la politica fatica. Perché?

“Io insegno da Peschiera a Malcesine. Ai bambini a scuola chiedevo: quali sono le montagne del Garda che conoscete? Tutti rispondevano il Baldo, nessuno citava il Pizzoccolo, noto anche come Naso di Napoleone, una meravigliosa montagna sopra Toscolano Maderno, in provincia di Brescia. Com’è possibile parlare di ecologia se non si conosce l’ambiente in cui si vive?”.

Lei il lago lo ha percorso per tre volte a piedi. Perché?

“Per comprendere la realtà in cui si vive la dimensione migliore è quella del cammino. Ho incontrato amministratori, sacerdoti, dirigenti scolastici, Mariastella Gelmini, presidente della Comunità del Garda. E ho capito che sul Benàco manca una rete relazionale, anche fra i sacerdoti, che sono divisi su tre diocesi diverse”.

E a quale conclusione è arrivato?

“Che il lago di Garda è usato e non vissuto. Manca la consapevolezza. Per questo, ad esempio, nel 2018 ho organizzato a Riva del Garda la giornata della gratitudine per  ricordare come l’apertura della galleria Adige-Garda avesse salvato Verona dall’esondazione dell’Adige”.

Poi è arrivata, siamo a settembre del 2019, la proposta del Patto educativo di papa Francesco.

“Ed io mi sono detto: ecco qua, il nostro Patto per il Garda è già pronto. Il Patto deve puntare ad avere un progetto didattico unitario per le tre sponde del Garda, una visione d’insieme”.

Concretamente come si svolge?

“Incontri online di una quarantina di minuti con le classi delle scuole delle tre sponde del Benàco. Proponiamo, come spunto di riflessione, il testo di una canzone scritta dal rapper Kose, ‘Solo insieme’, e ispirata all’enciclica Fratelli tutti. L’obiettivo è di lasciare agli studenti due domande: quale pianeta sogniamo? Quale casa sogniamo?”.

Restando ai sogni, lei ne ha un altro davvero grande.

“Sì, vorrei invitare papa Francesco sul lago di Garda. Abbiamo chiesto ai bambini delle scuole primarie delle tre sponde di scrivere una lettera d’invito che poi i quattro vescovi (Trento, Verona, Brescia e Mantova ndr) consegneranno al Papa”.

Il progetto prevede una visita di due giorni.

“Vorremmo far visitare il lago al Papa da un punto di vista particolare: quello della barca. Perché “siamo tutti sulla stessa barca”. Un viaggio che partirebbe dalla Madonna del Frassino di Peschiera”.

Con una tappa a Riva del Garda.

“L’idea è di portarlo nell’auditorium della chiesa di San Giuseppe”.

Un’occasione per ufficializzare, con la benedizione di Francesco, un altro  sogno” che le sta a cuore.

“Sì, il Cammino del Benaco. 400 chilometri attorno al lago. L’intenzione è di proporre tre livelli di difficoltà, il primo percorribile anche dai disabili. E vorrei che fossero i bambini delle scuole a scrivere la guida”.

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