Ciao Ernesto, l’ultimo “grazie” al presidentissimo della Trilacum

Una folla commossa ha voluto accompagnarlo nel suo ultimo viaggio, stringendosi in un affettuoso abbraccio attorno ai famigliari. Un’immagine, quella della chiesa di Vigolo Baselga piena pur in un periodo estremamente duro, che da sola basterebbe per riassumere l’affetto e la riconoscenza della “sua” comunità. I funerali del presidentissimo della Trilacum Ernesto Tonina, spentosi all’età di 95 anni, sono stati celebrati sabato 5 giugno alla presenza di tanti atleti che hanno voluto dare l’ultimo saluto a quello che per loro, come ha ricordato con tenerezza a nome di tutti l’azzurra Irene Baldessari (significativo il gesto di lasciare la medaglia dei Campionati Italiani 2011 per sempre in compagnia di Ernesto), era anche “un nonno, quello che, quando ti incrociava ti regalava sempre una caramella, una pacca sulle spalle, un sorriso”.

Ernesto, il trascinatore, che con la ruspa – toccante il gesto del pronipote che sulla bara ha posto un modellino – non soltanto era stato capace di realizzare il Centro sportivo di Terlago, riuscendo nell’impresa di trasformare, assieme ai suoi collaboratori, “una palude in un piccolo paradiso”, ma anche di “mettere in movimento energie, tirando fuori dalla palude dell’insignificanza, dal torpore, persone e situazioni”, ha detto nell’omelia don Franco Torresani.

Assieme al “prete volante”, che tra le fila della Trilacum aveva militato da atleta, c’erano anche il parroco don Tiziano Filippi, padre Vigilio Torresani e don Daniele Laghi. “Siamo veramente in tanti oggi ad ammirare le opere di Ernesto, frutto di ingegno, di lavoro, di tanta fatica, soprattutto frutto di immensa passione per vedere contenti gli altri, a cominciare dai più piccoli. Ma quando tutto scompare, può sembrare che abbiamo lavorato per anni e anni per nulla: qualcosa, invece, resta e questo qualcosa è l’Amore”, ha detto ancora il parroco d’Oltresarca nella sua omelia. “Quell’Amore che farà sopravvivere Ernesto al passare inesorabile del tempo, quell’Amore che ha comunicato con tutto sé stesso alla sua famiglia, anche a quella ‘allargata’, oltre che del mondo sportivo, di tutta la comunità trentina. Quell’Amore che si alimentava, si nutriva con una fede granitica, quell’Amore che traspariva anche dietro un temperamento che non andava per il sottile, apparentemente burbero… e al quale un giorno si arrese anche la Finanza, chiamata a verificare se avesse ricavato un vantaggio personale dagli innumerevoli e incredibili lavori portati al termine partendo dal nulla. Quando i finanzieri videro Ernesto arrivare dal campo con i segni della fatica, bastò loro uno sguardo per rendersi conto che stavano perdendo del tempo prezioso”.

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