Si progetta in Trentino la sicurezza delle maggiori leghe europee di hockey su ghiaccio

Le balaustre, studiate con il Politecnico di Dresda, permetteranno di ridurre al minimo il rischio di infortuni dei giocatori

Comincia in Trentino, e precisamente in Polo Meccatronica a Rovereto, la messa in sicurezza dei campi da hockey più prestigiosi d’Europa, tra cui quelli della “Spengler Cup” svizzera a Davos o negli stadi delle varie leghe di hockey come la KHL e VHL nella Federazione Russa. È infatti proprio nell’hub hi-tech di Trentino Sviluppo che è nata la collaborazione tra l’impresa RK Macchine e il gruppo altoatesino TechnoAlpin, che a sua volta ha una sede operativa anche al Polo tecnologico di Trento.

“In questo territorio – spiega Luisa Cunico, branch office manager di TechnoAlpin – ci sono diverse realtà con competenze tecniche molto specializzate, utili a contribuire all’innovazione dei nostri prodotti e nell’ultimo anno abbiamo avviato numerosi progetti di collaborazione con loro”. Tra questi, la partecipazione al bando di open innovation “BIC Open Challenge” di Trentino Sviluppo che ha portato alla costruzione, assieme alla startup U-Hopper, di un datalake, ovvero un’infrastruttura che permette la gestione e l’analisi di un’enorme mole di dati provenienti dagli impianti di innevamento di tutto il mondo. Ma anche l’impegno, in luglio, nell’Industrial Problem Solving del Dipartimento di fisica dell’Università di Trento, con un quesito relativo all’ottimizzazione di un componente per i generatori di neve.

E infine, sempre per rimanere in tema di sport invernali, il coinvolgimento di RK Macchine nella progettazione e realizzazione di un’isola robotica per la produzione di balaustre flessibili per gli stadi del ghiaccio per la controllata Engo. “Si tratta – prosegue Cunico – di balaustre studiate con il Politecnico di Dresda per ridurre al minimo il rischio di infortuni dei giocatori, che combinano una solida base in alluminio con una parte superiore flessibile, pieghevole e completa sovrastata da un corrimano morbido in materiale polimerico per prevenire le lesioni gravi alla testa”.

“Siamo soddisfatti di essere riusciti a portare a termine un progetto così ambizioso durante i mesi della pandemia”, commenta l’amministratore delegato di RK Macchine, Andrea Rao. “Nello specifico, dovevamo sviluppare un centro di lavoro unico in grado di tagliare, fresare, forare, svasare e avvitare balaustre flessibili che proteggono i giocatori di hockey; un processo produttivo che prima veniva svolto manualmente e che presuppone alti standard qualitativi. Siamo partiti dall’analisi dell’efficienza generale delle risorse e dei processi da automatizzare e abbiamo realizzato una cella robotizzata flessibile, configurabile, automatizzata. Un macchinario molto semplice da programmare grazie alla presenza di un software conversazionale, che permette quindi di produrre di più e anche meglio“. Il dialogo costante operatore – macchina attraverso la robotica permette infatti di ridurre gli errori e dunque la produzione di elementi non conformi, semplificando il magazzino utensili e abbassando i costi delle lavorazioni speciali, come le porte e i cancelli, che prima venivano prodotte singolarmente a mano.

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