“Stampe per crescere”: a Pieve Tesino una mostra racconta la nascita dell’editoria per ragazzi

Jan Steen, A School for Boys and Girls, 1670, olio su tela, 108,6 x 81,7 cm, National Galleries of Scotland, Edimburgo. Il dipinto rappresenta con ironia una scena scolastica ambientata in area neerlandese, in cui gli adulti paiono ignari del comportamento indisciplinato dei loro alunni. La raffigurazione consente di vedere l’uso di alcuni dei prodotti a stampa esposti in mostra.

Sabato 17 luglio nell’affascinante cornice di Villa Daziaro di Pieve Tesino è stata presentata al pubblico la nuova mostra del Museo Per Via, curata dalla ricercatrice Elisa Marazzi dell’Università di Newcastle e dedicata al rapporto tra stampa ed educazione. Un percorso attraverso oltre 50 pezzi provenienti dall’Italia e dall’estero, che racconta una storia in gran parte dimenticata in cui adulti e bambini di tutta Europa sono chiamati per la prima volta a liberare la fantasia e a cercare sé stessi dentro a magnifici mondi di carta.

Fino almeno all’Ottocento anche chi non sapeva leggere poteva accedere a un vasto universo di narrazioni che venivano trasmesse oralmente attraverso le esibizioni pubbliche di cantastorie o i racconti in famiglia. Talvolta queste storie circolavano anche su testi arricchiti di immagini: piccoli libretti economici, oppure fogli illustrati, che venivano distribuiti anche nelle zone più remote grazie all’infaticabile lavoro dei venditori ambulanti. Per secoli circolarono in tutta Europa, superando barriere politiche, sociali e culturali, contribuendo a plasmare un immaginario collettivo europeo trasversale alle diverse tradizioni locali e nazionali e capace di dialogare con esse. Una storia in gran parte dimenticata, che torna a farsi conoscere nel percorso intitolato “Stampe per crescere. Imparare, sognare e giocare con le immagini nell’Europa moderna”, ideato per il Museo Per Via da Elisa Marazzi, studiosa dell’Università di Newcastle upon Tyne, dove ha sviluppato l’ambizioso progetto di ricerca Children and Transnational Popular Print (1700-1900) sostenuto da un finanziamento europeo Marie Skłodowska-Curie.

Un itinerario che scava nel passato per sfatare molti miti del presente, come spiega la stessa curatrice: “negli ultimi anni la parola scritta è diventata sempre più immateriale, penso a giornali online, e-books, e, in ambito scolastico, alle lavagne digitali, ma, nonostante questo, il libro per bambini ha ancora successo come oggetto fisico, da toccare, manipolare e anche distruggere”, , continua la dott.ssa Marazzi. “In questa mostra possiamo vedere gli antenati dei nostri libri per bambini, quelli che circolavano tra la gente comune e che, proprio come oggi, presupponevano una interattività: un termine che leghiamo al digitale ma che in realtà descrive quel guardare, toccare, ritagliare e incollare che era il modo in cui i bambini del passato, proprio come quelli di oggi, si rapportavano agli oggetti in mostra”.

Armée Française, lanciers, Épinal, Pellerin, sec. XIX, litografia colorata a mano, 27,5 x 40,7 cm, Civica Raccolta delle Stampe “A. Bertarelli” – Castello Sforzesco, Milano. Foglio di soldatini da incollare su cartoncino e ritagliare.

Gli oltre 50 pezzi che compongono la mostra provengono da importanti prestatori quali la Civica Raccolta delle Stampe “A. Bertarelli” di Milano, partner principale dell’iniziativa che conserva una delle principali collezioni di stampe a livello internazionale, la Fondazione Tancredi di Barolo, la Biblioteca Statale del Monumento Nazionale dell’Abbazia di S. Giustina di Padova, il Museo Civico e la Biblioteca Civica di Bassano del Grappa, il Centro Apice dell’Università degli Studi di Milano, la Biblioteca Statale di Cremona e il Castello del Buonconsiglio di Trento. Tra strumenti per imparare a leggere e scrivere, stampe narrative simili a moderni fumetti e giochi affascinanti, la mostra fa delle stampe il perno di un racconto che ci illustra pratiche d’uso quotidiano ormai perdute e tali da sbriciolare alcune delle categorie con cui siamo abituati a leggere il presente e che saremmo naturalmente portati a proiettare nel passato: come l’idea che l’infanzia sia sempre stata considerata un’età dotata di bisogni ed esigenze propri o che le classi sociali siano sempre state mondi impermeabili e rigidamente separati. Di immagine in immagine prende così forma un mondo di carta ricco di soprese, di verità inaspettate e di legami e intrecci tra culture europee che l’epoca dei nazionalismi ha forse potuto nascondere, ma non cancellare.

La mostra sarà visitabile fino al primo novembre 2021 durante gli orari d’apertura del Museo: dal martedì al giovedì dalle 14.30 alle 18.30 e dal venerdì alla domenica dalle 10 alle 13 e dalle 14.30 alle 18.30. Ogni domenica alle 15.00 e alle 16.30 il Museo propone una visita guidata inclusa nel prezzo del biglietto.

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