Lorenzo Morandini, giovane predazzano di 28 anni, all’oratorio ci andava volentieri e si divertiva perché “nella preparazione delle recite di Natale e di Carnevale c’era l’opportunità di provare un mondo, quello del teatro, di personaggi, di situazioni, di travestimenti. Potevi essere più di quello che sei solo usando l’immaginazione”.
E da quelle esperienze Lorenzo ha costruito la sua professione: interprete e coreografo di danza contemporanea.
Assieme ai colleghi Silvia Dezulian e Filippo Porro del collettivo Azioni Fuori Posto, ha progettato e messo in scena un evento dal titolo “Danzare a monte”, presentato nella seconda edizione in valle di Fiemme a fine luglio. Lo scopo è quello di “proporre la danza contemporanea sul territorio di montagna – precisa Morandini – che è luogo di incontro tra residenti e turisti per riscoprire natura, arte e tradizioni”.
Così il paesaggio diventa il teatro, la scenografia sono gli alberi, i prati, il torrente, i massi; immerso nei suoni della natura il danzatore fa esperienza insieme al pubblico. È stata la tempesta Vaia a dare l’impulso all’iniziativa; poi il Covid-19 che “ci ha convinti dell’importanza di collaborare con altre associazioni della valle di Fiemme per proporre insieme gli eventi in cui ogni realtà fa la sua parte”, dice ancora Morandini.
È normale associare il ballo alla musica “ma la danza contemporanea è svincolata dal ritmo schematico della musica – spiega Morandini – perché per noi danzatori è importante il movimento, il modo di muovere il corpo e non la forma. Quando creo per esempio uno spettacolo per il teatro – racconta il danzatore – penso ad un obiettivo, ad una storia e costruisco un percorso sul palco, ma poi le azioni si concretizzano al momento e ogni volta non è una replica della precedente”.
Lo spettacolo che ha ideato e interpretato nella manifestazione “Danzare a Monte”, si intitola “La Moa, danza per corpo e torrente” ed è nato proprio il giorno in cui finì la clausura causa la pandemia “ero uscito per la prima passeggiata dopo quel lungo periodo chiuso in casa e mi sono recato presso il torrente Travignolo. Lì – prosegue il danzatore – dopo mesi che ero fermo fisicamente, sono sceso nell’alveo e ho cominciato a muovere il corpo interpretando i movimenti dell’acqua e così, avvolto dall’ambiente naturale, ho avuto l’ispirazione per lo spettacolo.”
Non è immediato farsi coinvolgere dall’arte contemporanea in generale, perché è un’arte che non ti propone tutto preconfezionato. In particolare alle rappresentazioni di danza contemporanea gli spettatori “devono arrivare almeno con una certa curiosità – suggerisce Morandini – con la disponibilità a riflettere su ciò che vedono e sentono, a uscire dallo schema di quello che già si sa o si conosce” perché l’obbiettivo della danza contemporanea è quello di innovare e trasmettere emozioni.
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