Sabato alla Campana dei Caduti il saluto del Trentino a Gino Strada

Sabato 21 agosto alle 21.30, nel giorno in cui, presso la sede di Emergency a Milano, sarà allestita la camera ardente per Gino Strada, la Campana dei Caduti di Rovereto suonerà in ricordo del chirurgo di guerra scomparso lo scorso 13 agosto.

L’ultimo saluto del Trentino al fondatore di Emergency avrà così le note solenni di Maria Dolens, denuncia di guerra e auspicio di pace, come la vita che lo stesso Gino Strada ha dedicato alle vittime dei conflitti armati e della povertà. Un’iniziativa dal grande valore simbolico, per cui i volontari dei gruppi Emergency del Trentino-Alto Adige ringraziano la Reggenza della Fondazione Campana dei Caduti di Rovereto, “per la comprensione e la sensibilità dimostrata, per il prezioso gesto di vicinanza e il riconoscimento all’uomo che ha praticato giustizia”, ed affidano ad una nota il loro pensiero:

“Sabato sera i rintocchi di Maria Dolens saranno per il “nostro Gino”, per Teresa, mai dimenticata, e la loro EMERGENCY, diventata “nostra”, di tutti.

Gino Strada, chirurgo di guerra, fondatore di EMERGENCY, se n’è andato pochi giorni fa, il 13 agosto 2021. In moltissimi, in modo trasversale, oltre i confini fisici e di settore, lo hanno ricordato e ne hanno riconosciuto la grandezza e la profonda umanità.

Al di fuori di retorica e di frasi fatte, il “dottor Gino” ci mancherà. Mancherà a noi di EMERGENCY e mancherà a noi società civile, per quella sua voce determinata e sicura, per quel suo agire giusto senza mai tentennamenti. Sarà difficile compensare la sua assenza.

E questo ci carica di una maggiore responsabilità: dobbiamo andare avanti, più e meglio di prima.

Per questo vogliamo condividere due pensieri e un invito.

Il primo pensiero è quello di Teresa Sarti Strada, moglie di Gino, mancata nel 2009, fondatrice di EMERGENCY e prima presidente: “Se ciascuno di noi facesse il suo pezzettino, ci troveremmo in un mondo più bello senza neanche accorgercene”.

Il secondo è di Cecilia Strada, intervistata dopo la morte del padre di cui riportava le parole: “La morte vince una volta sola, la vita vince tutti i giorni”. Il dottor Gino andava avanti con questo spirito: curava feriti di guerra, sapendo che i feriti di guerra continuano ad aumentare e la sua era una goccia nel mare. Ma la faceva comunque con ostinata passione.

Allora l’invito: per onorare la storia del dottor Gino, per continuare a dare corpo alle sue idee e al suo senso di giustizia, facciamo ognuno il nostro pezzettino. Per costruire diritti e arrivare alla pace, per curare le vittime delle guerre e aiutare chi è emarginato, in Italia come in Africa o in Afganistan, serve il contributo, anche piccolo, di ciascuno di noi.

Abbiamo bisogno di tutto e di tutti per continuare lungo la strada e aiutarci reciprocamente a percorrerla.

Grazie, dottor Gino, per averla tracciata e per averci guidati e accompagnati per un lungo tratto”.

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