Alberto Corradini, postino a Riva del Garda: “Durante i mesi di chiusura sembrava di essere sulla luna”

Alberto Corradini è uno dei 355 portalettere di Poste Italiane. Ogni giorno, da 39 anni, svolge questo lavoro, che da due anni e mezzo l’ha portato a percorrere due vie tra le più trafficate di Riva del Garda, Viale Rovereto e Via Gardesana verso Torbole. 

“Sono entrato in Poste nel 1982, sono di famiglia ormai”, racconta. “Fare il postino è un bel lavoro. Anche se sono 39 anni che faccio lo stesso lavoro, io mi diverto ancora, non mi pesa affatto. Mi piace incontrare le persone, la maggior parte è simpatica ed è un piacere fare due chiacchiere al volo, tra una consegna e l’altra. Riva del Garda è un grande paese, ci si conosce un po’ tutti. In tanti hanno il mio numero di cellulare privato e talvolta mi chiamano, mi chiedono di ripassare se per caso in mattinata ho lasciato nella cassetta delle lettere un avviso di tentato recapito. Insomma, si cerca di venirsi incontro. Non siamo burocrati, viviamo in una piccola realtà e cerchiamo di collaborare. I nostri clienti sono preziosi”. 

Nell’ultimo periodo, i postini hanno percorso strade più vuote e hanno consegnato sempre più pacchi ordinati tramite l’e-commerce. “C’è stato e c’è ancora a volte il timore di essere contagiati, per questo siamo sempre attenti a mantenere le distanze di sicurezza”, aggiunge Corradini. “I clienti capiscono la nostra difficoltà a consegnare pacchi, lettere e giornali, e si sono velocizzati”.

Le vie percorse dai postini, che in Trentino raggiungono oltre 270mila famiglie e più di 34mila attività commerciali, stanno tornando a essere percorse. Non era così, però, fino a qualche tempo fa, quando molte strade si sono svuotate improvvisamente. “È stato un periodo surreale: durante i mesi di chiusura sembrava di essere sulla luna”, racconta il postino. “Io percorro quotidianamente una strada piuttosto trafficata che all’improvviso è diventata un deserto. A volte ci trovavo la Polizia, a volte i Carabinieri o la Guardia Forestale, e ci salutavamo a distanza. Eravamo sempre e solo noi”. 

Prima del Covid, Corradini faceva molte consegne negli alberghi, che tra lo scorso inverno e l’inizio della primavera hanno chiuso i battenti. “In generale si percepiva che albergatori e ristoratori erano demoralizzati, non è stato per nulla un anno semplice”, dice Corradini. “La maggior parte però ha reagito. Già dallo scorso maggio si è iniziato a notare maggiore movimento, nelle strade e sul lungolago, e poi a giugno sono finalmente arrivati i turisti. Parlavo con un albergatore la settimana scorsa, e mi confermava che in generale l’occupazione delle strutture è ritornata ai livelli pre Covid. In particolare, per quanto riguarda il turismo germanico, mi raccontava che sono riusciti a intercettare anche i turisti tedeschi che solitamente sceglievano la Spagna come meta, e che invece quest’anno si sono riversati sul Garda”.

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