Ai Suoni delle Dolomiti l’omaggio ad Astor Piazzolla

Nel concerto che ha inaugurato l’edizione 2021, il violinista Gidon Kremer e la Kremerata Baltica hanno condotto il pubblico in un viaggio nella musica di Astor Piazzolla rileggendone le opere fra composizioni proprie e quelle dei contemporanei

Il verde brillante dei pascoli di Malga Canvere in Val di Fiemme e le grandi pareti delle Pale di San Martino a fare splendida mostra di sé poco distante, hanno fatto da scenario alla prima data de I Suoni delle Dolomiti (QUI IL PROGRAMMA COMPLETO) che da ieri, 23 agosto, al 24 settembre tornano a riempire di note le cime del Trentino. I protagonisti della giornata di ieri sono stati i migliori giovani talenti dell’area baltica, da tempo sono riuniti nella Kremerata Baltica, il loro “maestro” e più grande violinista in attività Gidon Kremer, accompagnati dal bandoneonista Per Arne Glorvigen e dal vibrafonista Andrei Pushkarev. In tutto venticinque elementi che hanno regalato oltre un’ora di grande musica agli oltre 1200 spettatori presenti.

Non una musica qualunque perché a fare capolino sui prati della Val di Fiemme sono state le note di un genere – il tango – che da espressione sonora di una nazione e, soprattutto, di una città, Buenos Aires, ha saputo imporsi a livello mondiale. Il merito va alle atmosfere suadenti e inconfondibili del tango ma anche ai grandi interpreti di questa musica che hanno saputo entrare in sintonia con un mondo più vasto come nel caso di Astor Piazzolla – di cui si ricordano i 100 anni dalla nascita – e il violinista Gidon Kremer. Un incontro che ha permesso una reciproca contaminazione tra musica colta e popolare, che ha messo in gioco strumentisti e anche compositori. E il percorso proposto a I Suoni delle Dolomiti l’ha ribadito sin dall’iniziale “Tres minutos con la realidad”, che ha trasportato tutti i presenti oltre Oceano, e soprattutto con “Grand Tango”.

Un dialogo tra violino e bandoneon ha segnato il brano “Cafe 1930” che è stato anche occasione per ricordare il profondo legame tra l’Italia e l’Argentina, terra di emigrazione per molti connazionali. E il brano – uno di quelli che ha segnato la storia di questo genere – non poteva rappresentare meglio le malinconie della lontananza. Dedicato invece allo strumento principe del tango, il bandoneon, e a coloro che lo suonano è stata “Tristezas de un Doble A” che ha visto interprete Per Arne Glorvigen. Successivamente è stato Andrei Pushkarev col suo vibrafono a raccogliere il testimone e a proporre una lunga improvvisazione partendo dal tema di “Little Italy 1930” e sempre su arrangiamento del musicista ucraino è poi arrivato il brano d’insieme “Fuga y Misterio”.

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