Tra viaggi e appartenenza, riparte l’Oriente Occidente Dance Festival

Si apre ufficialmente venerdì 3 settembre l’edizione numero 41 di Oriente Occidente Dance Festival, che torna con una programmazione che evoca viaggi e senso di appartenenza e che, lasciandosi suggestionare dalla natura stessa del lavoro dell’artista, nomade per eccellenza, ricerca un nuovo orizzonte per costruire il futuro. Dopo mesi di isolamento e solitudine è tornata la possibilità di muoversi, di ritrovarsi, di incontrarsi, in un rapporto con l’altro che diventa sempre più necessario, che l’Oriente Occidente Dance Festival vuole celebrare, con un avvio di Festival segnato da quattro serate già sold out, oltre 30 operatori da 9 diverse nazioni e 25 giornalisti accreditati da testate nazionali e di settore.

L’evento di apertura, venerdì 3 settembre – con replica il 4 – è affidato a Hofesh Shechter, coreografo musicista e compositore israeliano, dal 2008 di base nel Regno Unito con la sua compagnia, la Hofesh Shechter Company, nella quale da 15 anni convoglia la sua duplice passione per la musica e il movimento in composizioni coreografiche destinate a far sprigionare dai corpi un’energia viscerale. Arriva a Rovereto, al Teatro Zandonai, con una ripresa di quello che fu il suo lavoro della rivelazione, Political Mother, in una versione unplugged, un concentrato di movimenti tortuosi su percussioni ad alto volume che racconta di totalitarismo e violenza ideologica. Entrambe le serate sono già sold out.

La giornata del Festival inizia però già nel tardo pomeriggio. Alle 18 al Parco Amico del quartiere Brione, infatti in scena la compagnia À Fleur d’airs in scena con Desattraction1.62, nato proprio per liberarsi dall’isolamento della pandemia e che la coreografa e interprete Séverine Benneavault Caton ha definito una «boccata d’ossigeno e di leggerezza per condividere sensazioni positive e respirare a pieni polmoni». La Diagonale des Anges è il secondo titolo proposto: un duetto in cui cielo e terra, corda e muro cercano un punto di incontro e di equilibrio.

Alle 17.30 di venerdì 3 settembre in programma anche il primo appuntamento della sezione Linguaggi, curata da Marzia Bona, Anna Benazzoli e Caterina Ghobert, in collaborazione con la rivista Limes: alla Biblioteca Civica arriva proprio la cartografa di Limes, Laura Canali che, dopo aver guidato il pubblico attraverso le mappe che compongono la mostra allestita alla Biblioteca Civica, guiderà tutti in una riflessione dal titolo Il confine non è una linea sottile, in cui invita a ricordare come la cartografia sia costruzione e non mera rappresentazione di significati: invertire lo sguardo significa in questo modo cambiare l’immaginario. A moderare l’incontro sarà Elisa Dossi, giornalista di Rai News 24.

Il fine settimana proseguirà con il suggestivo appuntamento dell’alba, alle ore 6 del 4 e del 5 settembre, alla Campana dei Caduti, dove Alessio Mario Romano, già leone d’Argento alla Biennale Teatro 2020, porterà il suo Chòros. Il luogo dove si danza, un rituale laico nell’attesa del sole che sorge, una celebrazione del senso di comunità. Da Rovereto è previsto un servizio di bus navetta gratuito, in partenza alle 5.40 del mattino dal palazzo delle Poste di Corso Rosmini.

I biglietti per gli spettacoli sono disponibili online al sito orienteoccidente.it, dove si può consultare il programma completo del Festival. L’acquisto online è supportato da una Infoline a cui si potranno richiedere informazioni e consulenza per l’acquisto da sito (0464016576 e biglietteria@orienteoccidente.it). La biglietteria de Festival è allestita in Corso Rosmini 58 (piano terra) a Rovereto ed è aperta ogni giorno, da lunedì a domenica, dalle 10 alle 15 e dalle 16 alle 20.

 

 

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