Premio Rigoni Stern, scelti i quattro finalisti

La giuria del Premio Mario Rigoni Stern per la letteratura multilingue delle Alpi, formata da Sara Luchetta, Giuseppe Mendicino, Luca Mercalli e Annibale Salsa, ha comunicato quali saranno i 4 finalisti dell’edizione 2021 del Premio. La premiazione avverrà in due momenti: sabato 18 alle 10,30 a Palazzo Labia, a Venezia, su invito e anche con collegamento streaming sulla pagina Fb del Premio, e domenica 19 alla stessa ora al Teatro Millepini di Asiago, dove ad assicurare l’accoglienza e il rinfresco successivo alla premiazione saranno i ragazzi dell’Istituto Alberghiero Mario Rigoni Stern, nei nuovi locali predisposti all’interno della scuola, a breve distanza dal Teatro Millepini.

I quattro libri finalisti, in rigoroso ordine alfabetico per autore sono dunque “Trouver refuge” di Stephanie Besson, Ed. Glénat; Cieli neri” di Irene Borgna, Ed. Ponte alle Grazie; “Berg and Breakfast” di Selma Mahlknecht, Ed. Raetia;  “Autobiografia della neve” di Daniele Zovi, Ed. UTET.

La giuria ha inoltre deciso di assegnare una menzione speciale a “Parete nord”, di Jean-Marc Rochette e Olivier Bocquet (Ed. Ippocampo).

Trouver refuge. Histoires vécues par-delà les frontières”, Ed. Glénat, racconta una storia antica eppure nuova delle Alpi: essere terre di frontiera. Ma le Alpi che separano Stati sono anche terre di incontro: in questi anni abbiamo assistito al trasformarsi di silenziosi sentieri d’alta quota in itinerari sui quali si muovono non solo alpinisti ma anche persone arrivate da terre lontane che cercano di raggiungere la Francia e altri paesi dell’Europa centrale e settentrionale. Alla rotta che tagliava per il Parc national du Mercantour si sono aggiunte altre alternative. Quella più settentrionale passa per il Brianzonese (Briançonnais) ed è al centro del libro di Stéphanie Besson. Un libro che ci pone molte domande. Un’opera che nasce dall’indignazione e approda alla speranza.

Irene Borgna, già selezionata al Premio Rigoni Stern 2019 per “Pastore di stambecchi”, quest’anno è stata selezionata per l’opera “Cieli neri. Come l’inquinamento luminoso ci sta rubando la notte”, edito da Ponte alla Grazie. Chi vive nel mondo occidentale, soprattutto nelle grandi città, è raro si sia immerso in una notte autentica dove le stelle hanno la forza di bucare la coperta nera del cielo. L’antropologa ligure-piemontese, tra le mani una mappa dei cieli neri europei, ha viaggiato dalle Alpi Marittime al Mare del Nord, a bordo di un camper, alla ricerca dei luoghi che ancora resistono all’inquinamento luminoso.

In “Berg and Breakfast” – edito dalla bolzanina Raetia – l’autrice Selma Mahlknecht, che vive e lavora in Svizzera, ci porta in montagna. Lo fa con uno sguardo originalissimo e una penna “appuntita” che ci regala un testo divertente, acuto, pieno di spunti e riflessioni illuminanti. È la montagna come oggetto del turismo ma anche la montagna di chi ci vive. Ma qui l’autrice ci interroga anche sul nostro modo di viaggiare e su un nuovo sentire che dovrebbe coinvolgere anche il turismo del futuro e, perché no?, quello del presente…

Autobiografia della neve” di Daniele Zovi (UTET) racconta le forme dei cristalli, la fine dei ghiacciai e altre storie da un mondo silenzioso. Per l’autore, nato sull’altopiano di Asiago, la neve fa parte del paesaggio della memoria, un amore sbocciato da bambino, mentre osservava i fiocchi scendere lenti, e rimasto poi costante e appassionato in una vita di lavoro da forestale. Tra i boschi e il ghiaccio, ci ritroviamo immersi in un mondo fantastico, fragile e silenzioso, di cui, in questi ultimi tempi, abbiamo cominciato a perdere esperienza a causa della drastica riduzione delle precipitazioni nevose a causa dei cambiamenti climatici.

Infine “Parete nord” (Ed. Ippocampo), è la storia per immagini, come scrive nella prefazione Paolo Cognetti, che l’ha anche tradotta, di Jean-Marc Rochette, “un ragazzo che sognava di scalare la Parete Nord dell’Ailefroide. E di disegnare, anche. Rochette raccoglie la sfida e scrive, disegna un libro che attraverso la montagna parla della vita, la vita di un ragazzo tra i quattordici e i ventun anni, sfondando così i confini del libro di alpinismo e facendone un grande romanzo di formazione”.

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