Al Museo Diocesano Tridentino il Grand Prix di Europa nostra

Un importante riconoscimento è stato ottenuto ieri, giovedì 23 settembre, dal Museo Diocesano Tridentino, che nell’ambito dell’European Cultural Heritage Summit 2021, si è aggiudicato il Grand Prix agli European Heritage Award / Europa Nostra Award 2021, i premi dell’UE per il patrimonio culturale finanziato dal programma Europa Creativa.

Il Museo Diocesano Tridentino era già stato premiato nella Categoria Educazione, Formazione e Sensibilizzazione per la mostra “L’invenzione del colpevole. Il ‘caso’ di Simonino da Trento, dalla propaganda alla storia“, ed ora ha ricevuto anche il massimo riconoscimento da parte della giuria.

Dal 2002 solo sei progetti italiani sono stati insigniti del Grand Prix degli European Heritage Awards / Europa Nostra Awards e nessuno prima del Museo Diocesano Tridentino nella Categoria Educazione, Formazione e Sensibilizzazione.

“Ho sempre pensato che la prima funzione di un museo sia quella educativa. Educare non significa solamente trasmettere conoscenze di tipo disciplinare ai propri pubblici. Educare deriva dal latino educere, trarre fuori. Il nostro compito dunque è quello di sviluppare competenze perché il visitatore, grande o piccolo che sia, possa acquisire quello sguardo critico sulle cose che gli consenta di esprimere giudizi consapevoli”, ha ringraziato, onorata e commossa, la direttrice del Museo Diocesano Tridentino Domenica Primerano ricevendo il premio: “Un museo conserva il passato ma deve parlare all’uomo del presente. Affrontando il caso Simonino non abbiamo fermato le lancette al 1965, quando il culto finalmente è stato abolito. Abbiamo voluto parlare degli effetti devastanti che allora come oggi possono avere le fake news, il pregiudizio, l’incitamento all’ odio nei confronti dell’altro da se, comunque inteso. Un museo deve svolgere anzitutto un ruolo sociale. Un museo ecclesiastico in particolare ha il compito di trasmettere quei valori che rendono tale una società civile. Spesso gli educatori museali vengono considerati professionisti di serie B. Non è così: il loro è un compito molto difficile che richiede grandi competenze e grande empatia. Agli educatori museali, quelli che più hanno sofferto in questi due anni di pandemia per aver perso un lavoro per lo più precario, dedico questa vittoria”.
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