Chiara Vegher confermata alla guida dell’Auser del Trentino

La presidente di Auser del Trentino Chiara Vegher

La pandemia ha frenato l’attività delle volontarie e dei volontari, ma non i bisogni delle persone. “Servono nuove risorse che mettano a disposizione degli altri qualche ora del loro tempo, anche giovani”

Chiara Vegher resta alla guida dell’Auser del Trentino. Lo ha deciso il congresso provinciale degli iscritti che si è riunito ieri. All’assemblea è intervenuto il presidente dell’Auser nazionale Enzo Costa, il sindaco di Trento Franco Ianeselli con l’assessora Chiara Maule, il segretario provinciale dello Spi del Trentino, Ruggero Purin e per il Forum del Terzo settore Andrea La Malfa.

La riunione è stata l’occasione per fare il punto sullo stato di salute dell’associazione che si occupa di invecchiamento attivo ed è impegnata in attività di volontariato anche a sostegno delle persone fragili e sole. Come ha sottolineato la presidente nella sua relazione sull’attività dell’Auser ha inciso in modo importante la pandemia. Il Covid ha imposto la chiusura delle sedi per molti mesi, ha messo in difficoltà le attività dei volontari e delle volontarie. Ha reso molto complessa l’attività di tesseramento proprio per la difficoltà di incontrarsi e, in alcuni casi, anche di portare sostegno e aiuto. Nonostante tutto ciò Auser non si è mai fermato del tutto. Ha continuato con l’attività di accompagnamento per i malati più gravi, la consegna della spese e il sostegno telefonico.

I dati del bilancio sociale fotografano comunque l’impatto della pandemia: nel 2020 gli iscritti Auser sono 340 in meno rispetto al 2019; i volontari e le volontarie 133, 11 in meno. In calo anche le persone assistite passate da 1470 a 975. Nel corso del 2020 sono stati messi in campo 6.640 interventi, per un totale di 118mila chilometri percorsi e oltre 16mila ore di assistenza.

La paura di incontrarsi, di far entrare in casa propria altre persone durante la pandemia dunque ha ridotto l’offerta, ma anche la richiesta di aiuto. “La pandemia ha imposto una brusca battuta d’arresto alla nostra attività – ha ammesso la presidente Vegher nella sua relazione -. Le difficoltà, però, ci hanno dato l’opportunità di mettere a fuoco nuove idee, creare nuovi progetti per portare avanti un rinnovamento delle proposte, tra cui la compagnia telefonica e lo sportello tecnologico”.

Per portare avanti nuovi progetti, però, servono anche nuovi volontari. “Purtroppo mancano volontari e quelli che ci sono hanno un’età avanzata. Una situazione già complicata prima del Covid, ma che adesso rischia di compromettere le nostre attività”. Dunque un appello ai più giovani, perché si mettano a disposizione delle persone che vivono in situazioni di difficoltà e fragilità.

“E’ il momento di investire veramente in un’associazione intergenerazionale, in cui ciascuno può essere a servizio della collettività. In tal senso pensiamo di proporre dei progetti specifici nelle scuole, per coinvolgere i ragazzi e le ragazze. Per loro sarebbe un’occasione di crescita personale e civica, per noi un sostegno importante per portare avanti le attività di aiuto e inclusività”.

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