Inaugurato il “Tempio crematorio” di Trento

IL nuovo Tempio crematorio di Trento nella foto di Gianni Zotta

È stato consegnato alla città di Trento nella mattinata di sabato 9 ottobre, il nuovo Tempio crematorio: una piccola rivoluzione sociale, culturale ed economica, che riorganizza e completa l’offerta dell’ufficio Servizi funerari. A servizio dell’intera provincia, il Tempio permette di scegliere la cremazione come momento finale del saluto ai propri defunti senza più dover ricorrere ad impianti esterni, accorciando le attese e rendendo possibile accompagnare il defunto fino all’estremo luogo in continuità col funerale, come già avviene per le pratiche tradizionali di sepoltura, inumazione e tumulazione.

Il nuovo fabbricato, costato complessivamente 5.700.000 euro, di cui 4.241.471 euro per i lavori principali e 150.000 euro per gli arredi, è situato al civico 2 di via Giusti, occupa una superficie di circa mille metri quadrati, metà dei quali accessibili al pubblico, ed è dotato di due linee di cremazione, ognuna delle quali ha una potenzialità fino a sei cremazioni giornaliere ed è preceduta da una sala di commiato e attesa con 24 posti a sedere, dove è possibile attendere la conclusione del rito ed assistervi indirettamente mediante monitor. Per le varie fasi della cremazione, della durata complessiva circa due ore, dal ricevimento del feretro fino alla consegna dell’urna, è previsto il tracciamento mediante lettore con codice a barre e videoregistrazione.

L’impianto crematorio è alimentato a gas metano ed è dotato di un sistema di filtrazione ed abbattimento polveri, depurazione fumi a secco e di controllo e analisi in continuo dei parametri di combustione, emissione e polverizzazione delle ceneri che garantisce il rispetto delle più recenti normative applicabili all’incenerimento dei rifiuti non pericolosi ed alle emissioni in atmosfera. In particolare, come per i forni inceneritori, la temperatura nella camera di post-combustione, pari a 850 °C, e il tempo di permanenza di almeno 2 secondi, in presenza di un tenore volumetrico di ossigeno libero nei fumi umidi superiore al 6 per cento, garantiscono l’assenza di incombusti ed odori.

Presso il nuovo Tempio crematorio, che riutilizzerà l’energia termica proveniente dallo scambiatore fumo/acqua, per alimentare sia gli impianti interni che le attrezzature cimiteriali mediante rete di teleriscaldamento, limitandone in tal modo la dispersione nell’ambiente, gli operatori, formati e attrezzati rispetto alla normativa sulla sicurezza, lavoreranno giornalmente per la preparazione del feretro, le operazioni di cremazione, il trattamento delle ceneri, la sigillatura dell’urna e il suo deposito. Saranno presenti anche gli uffici amministrativi che seguiranno la gestione delle pratiche e la consegna delle urne.

Nel 2020, su un totale di 2.065 decessi trattati, le cremazioni sono state 1.239, un numero che si prevede possa quasi duplicare, considerato i residenti nel Comune di Trento (per loro nel 2020 si sono registrati 1.418 decessi con 948 cremazioni, pari al 66,85 per cento), i residenti in e fuori la Provincia di Trento, oltre agli esiti delle esumazioni effettuate nei cimiteri cittadini.

Ma perché parlare di Tempio? “In una società che ha relegato la morte in un angolo della propria riflessione culturale, potrebbe apparire come una scelta rassicurante, perché non evoca direttamente il ciclo di operazioni che si svolgono al suo interno, non costringe a parlare di morte, di fuoco che brucia e dissolve, di cenere”, spiega il Comune di Trento, che conferma di aver “scelto di chiamare il proprio impianto di cremazione tempio in modo consapevole e pieno, partendo dalla sua etimologia (la parola deriva dal latino templum, a sua volta mutuata dal greco témno, tagliare) e dall’affinità fonetica con “tempo”: entrambi rimandano a una frazione di infinito che l’uomo si sforza di catturare e di vivere, riempendola di significato. Tempio crematorio è uno spazio recintato, ma non avulso della città, dedicato all’incontro tra l’uomo e quell’infinito verso il quale si incammina nell’estremo momento, a quel divenire polvere, particella infinitesimale eppure non distrutta che il processo di cremazione così plasticamente rappresenta”.

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