Dal 17 ottobre apre la mostra sulla Beata Paolina, prima santa brasiliana nata a Vigolo Vattaro

Mostra al Vigilianum sulla Beata Paolina, prima santa brasiliana

I promotori del convegno hanno parlato più volte di “riscoperta, ma anche di scoperta, dell’opera della Beata Paolina”, la prima in Trentino ad essere stata proclamata santa, nondimeno che da Giovanni Paolo II nel 2002. Il convegno in suo onore avverrà domenica 17 ottobre alle ore 16 al Polo Vigilianum (in diretta su Telepace e sul sito diocesano in streaming) e darà il via alla mostra lì allestita fino al 20 novembre (dalle 14.30 alle 17).

In origine Amabile Lucia Visintainer, suor Paolina nacque a Vigolo Vattaro nel 1865, è stata una religiosa trentina fondatrice (assieme a Virginia Nicolodi) della Congregazione delle Piccole suore dell’Immacolata Concezione. Nel 1903 divenne superiora generale delle prime due comunità e si trasferì a San Paolo del Brasile dove, eletta superiora generale a vita, guidò la Congregazione con semplicità e saggezza, organizzando scuole, ospedali, laboratori, educandati e dedicandosi totalmente ai poveri.

A 30 anni dalla beatificazione (era il 18 ottobre e nello stesso giorno mons. Lauro Tisi celebrerà lunedì alle 18 la Messa a Vigolo Vattaro) un contributo ad approfondirne il messaggio spirituale verrà dalla testimonianza dell’arcivescovo Luigi Bressan (“anche per me fu una scoperta – ha sottolineato in conferenza stampa – e molto si deve a mons. Guido Bortolameotti”), del postulatore della causa padre Giancarlo Girardi, e di suor Anna Tomelin, ex guida del santuario brasiliano, ancora oggi meta di devozione rinnovata”, come testimonia un’altra consorella delle Figlie dell’Immacolata Concezione, suor Marli. Parleranno della beatificazione di trent’anni fa a Florianopolis le giornaliste Marilena Guerra e Elis Facchini. Coordinati da Carlo Bridi, curatore anche della mostra, interverranno anche il presidente Fugatti, il sindaco di Trento Ianeselli e di Nova Trento, Tiago Dalsasso. Per il sindaco di Vigolo Vattaro, che presiede il comitato di cui fa parte anche il parroco don Giorgio Gabos, queste giornate dovrebbero “segnare anche una riscoperta delle nostre radici sull’esempio di tenacia, laboriosità e fede della figlia dei nostri emigrati.

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