Dall’FM al web: Radio Ala è tornata a suonare

Da sinistra Elia Rigo, Lorenzo Fedrizzi, Paolo Patanè e Mattia Gasperotti, fondatori della nuova Radio Ala

A volte ritornano. Era il 1982 quando il parroco Giorgio Hueller fondò Radio Ala, una radio locale che trasmetteva in tutto il territorio alense. Una piccola rivoluzione, nata sull’onda degli anni Settanta, in cui il microfono era diventato tutto di colpo straordinariamente democratico. Chiuque per la prima volta poteva parlare, e soprattutto essere ascoltato.

Sono passati quasi 30 anni, da quando Radio Ala, ad un certo punto, è stata chiusa, poco dopo l’approvazione della legge Mammì che regolamentava l’uso delle frequenze radio. Oggi qualcuno, complice il primo lockdown, ha riacceso il suo segnale, che non passa più attraverso le frequenze fm, ma viaggia sulle onde del web. “La nostra in qualche modo è una rinascita. Siamo una radio che dal Covid-19 ha tratto la sua forza, e dopo un anno e mezzo dall’inizio delle trasmissioni siamo ancora qua”, spiega Elia Rigo, uno dei ragazzi di Radio Ala.

Era marzo 2020 quando Lorenzo Fedrizzi e Paolo Patané, due speaker attivi ai tempi della prima Radio Ala, hanno deciso di rifondare la versione 2.0. “Un sogno nel cassetto che, forse, aspettava proprio la pandemia per concretizzarsi, a cui presto ci siamo aggiunti anche io e Mattia Gasperotti”, racconta ancora Rigo, che prosegue: “All’inizio le nostre trasmissioni sono partite dalle nostre stanze, non potevamo muoverci da casa, ma tempo sei mesi siamo riusciti a costruire uno studio da zero, organizzare un palinsesto, e oggi abbiamo all’attivo quindici rubriche e circa una dozzina di speaker”. Una crescita rapidissima di un progetto autonomo no profit che si basa tutto sul volontariato e che è riuscito ad aprire anche un vero studio in via Cesare Battisti, nel cuore di Ala, anche grazie al progetto Frequenze Urbane, al sostegno di Mindshub, un’associazione che cerca di promuovere l’utilizzo consapevole della tecnologia, del Gruppo 78, de Il Ponte e del Piano giovani di zona Ambra.

Foto storica degli studi di Radio Ala fondata nel 1982

“Uno dei primi riscontri che abbiamo avuto è legato al nostro palinsesto musicale, che era difficile da mettere insieme”, aggiunge lo speaker. “Così abbiamo chiesto alla comunità di inviarci cassette e cd, ci è arrivato anche qualche vinile, perché possiamo riprodurre solo canzoni da supporti originali. E in poco tempo la comunità ha risposto, e ci hanno riempito di musica. È lì che abbiamo capito davvero che c’era interesse”.

Durante la giornata, 24 ore su 24 e sette giorni su sette, si possono ascoltare rubriche che raggiungono target diversi: dalle interviste a personaggi e realtà di Ala, al notiziario nazionale, allo sport, al jazz, alle storie di puro intrattenimento, fino ad arrivare anche al ballo liscio. “Pur essendo una radio di giovani, abbiamo cercato di coinvolgere tutta la cittadinanza, provando ad arrivare anche alla popolazione più anziana, che si è dimostrata quasi da subito interessata”, continua Elia Rigo”. Vogliamo essere a tutti gli effetti una radio per e dalla comunità, ancorata al territorio, ma non solo, in grado di coinvolgere chi ha voglia di collaborare attivamente con noi”.

Il tutto in un contesto come quello di Ala, particolarmente attivo, vista anche la recente candidatura a Capitale Italiana della Cultura nel 2024, l’unica città trentina a far parte delle 24 realtà che si sono candidate, e che in caso di vittoria beneficerà di un milione di euro distribuito su un anno per farsi conoscere.

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