Legge elettorale, approvato il ddl sulle tre preferenze di cui almeno una di genere diverso

L’Aula del Consiglio provinciale di Trento. Foto (c) Gianni Zotta

La prima Commissione permanente del Consiglio provinciale, presieduta da Vanessa Masè, ha approvato oggi con 5 voti favorevoli, dopo una lunga discussione, il testo unificato dei due disegni di legge sulla legge elettorale, che prevedono il passaggio dalle due alle tre preferenze, di cui almeno una di genere diverso, firmati dal Patt e dalla Civica.

In apertura di seduta, Paola Demagri (Patt) ha comunicato la decisione del gruppo del Patt di togliere la firma dal ddl. La decisione, definita frutto di una riflessione approfondita seguita alle posizioni ideologiche che hanno animato l’acceso dibattito nei giorni scorsi, ha di conseguenza fatto rimanere la sola consigliera Masè come proponente della legge. Per questo motivo quindi le minoranze hanno richiesto che la stessa cedesse la conduzione della seduta al vicepresidente, per sgombrare il campo da qualsiasi dubbio di mancanza di garanzia istituzionale: Paolo Zanella (Futura) ha rilevato l’inopportunità della conduzione dei lavori da parte della stessa firmataria del disegno di legge Masè, così come Sara Ferrari (Pd): “A maggior ragione dopo la presa di posizione del Patt: si tratta di un corto circuito istituzionale che diventa ancora più grave, dal momento che il voto del Presidente vale doppio”. Il consigliere Ugo Rossi (Azione) si è detto “imbarazzato, sconcertato, basito, scandalizzato”, al punto tale che, ha anticipato, “se la Presidente non ci ripensa mi alzo e abbandono il tavolo”.

Uno scontro ideologico a prescindere, lo ha definito Alessandro Savoi (Lega): si votino gli emendamenti e gli articoli, ammissibili o meno, e li respingeremo: poi ne riparleremo in aula. Mara Dalzocchio (Lega) invece si è detta basita: sulla presunta inopportunità di presiedere la seduta da parte della prima firmataria del disegno di legge ha detto che si tratta di una prassi che avviene di frequente.

Vanessa Masè ha suggerito, rivolta alle Minoranze, che se si ritiene che ci sia un vulnus istituzionale sull’ammissibilità degli emendamenti o sulla possibilità del Presidente di Commissione di presentare un disegno di legge, di fare una proposta di modifica del regolamento interno. “Mi prendo la responsabilità di questa decisione che non ho preso da sola”, ha concluso. Dopo la replica, come annunciato, i consiglieri dell’opposizione Rossi, Ferrari, Marini e Zanella hanno abbandonato l’aula.

In dichiarazione di voto Claudio Cia (Fdi) ha ringraziato la Presidente per aver mantenuto con fermezza il punto, ribadendo che sicuramente la struttura tecnica del legislativo avrà appoggiato la sua posizione sull’inammissibilità di alcune norme, ed anche Alessandro Savoi ha espresso il suo voto favorevole: “Questa proposta è stata fatta prima dal Patt e spiace vedere le Minoranze fuggire dalle loro responsabilità”.

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