Una passeggiata in ricordo di Attilio Rigotti, fondatore del movimento aclista

I partecipanti alla passeggiata in ricordo di Attilio Rigotti

Sul sentiero dei ricordi rimane viva la memoria di Attilio Rigotti, colui che negli anni cinquanta fondò il movimento aclista a Primiero, terra dove ancora oggi in molti lo ricordano.

Originario di Vezzano, nella Valle dei laghi, rimase a Primiero fino al 1962. Oltre a svolgere le attività di patronato, coordinò l’organizzazione di corsi professionali in modo stabile e si prodigò per radicare sul territorio il movimento aclista, fondando i Circoli nei vari paesi della valle, quali strumenti di partecipazione e promozione sociale.

Sabato 16 ottobre il Circolo Acli Vallelaghi e la FAP (Federazione Anziani e Pensionati) Acli di Trento hanno organizzato una giornata in suo ricordo. Dopo la visita a Villa Welsperg, sede del Parco Paneveggio Pale di San Martino, e una salutare camminata nella magica Val Canali colorata dai toni caldi dell’autunno, è seguito un momento conviviale in un ristorante della zona.

Alla giornata in ricordo di Attilio erano presenti i figli Giorgio e Luciana. Nel pomeriggio, dopo un momento di preghiera nella chiesa arcipretale con don Giuseppe Da Prà, sono seguiti vari interventi. Vigilio Zeni del Circolo di Mezzano ha ricordato come Rigotti con la sua moto, anche con la neve, riusciva sempre a garantire il periodico servizio di Patronato in tutti i paesi del territorio. Il figlio Giorgio, che per qualche tempo ha vissuto a Primiero con il padre frequentando il Centro di Formazione Professionale Enaip, ha ricordato come il padre avesse potuto contare sulla collaborazione dei parroci e dei sindaci, che uniti e convinti lo hanno sempre sostenuto.

Nella pubblicazione realizzata nel 1999 in occasione del 40° anno di attività del CFP Enaip di Primiero, così Attilio Rigotti venne ricordato da Luigi Zortea, che lo sostituì poi nel ruolo di responsabile del Patronato. “Il primo responsabile del Patronato e della scuola è stata una persona della quale io serbo un perenne ricordo e gratitudine – scriveva Zortea – Era un uomo creatosi dal nulla, un uomo che ha lavorato nei cantieri, che ha fatto il sindacalista, che ha fatto scuole molto limitate, ma che aveva una grande intelligenza e aveva una grande cultura umana”.

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