Suor Antonietta Defrancesco, una vita a servizio dei piccoli e dei poveri nel Nordest del Brasile

E’ morta nel “suo” Brasile, colta, secondo le prime notizie, da un malore improvviso, il primo novembre, Giorno dei morti, suor Antonietta Defrancesco, 75 anni, originaria di Predazzo.

Faceva parte della Congregazione delle Sorelle della Provvidenza e già giovanissima – dopo un’esperienza di servizio nella scuola materna di Sant’Antonio a Trento – aveva raggiunto il Nordest brasiliano, per occuparsi in particolare di pastorale giovanile e familiare, dapprima nello Stato del Maranho e poi nel Paraiba.

In quella terra ha vissuto la sua missione per più di 50 anni, fedele al carisma della sua congregazione: vedere Cristo nei poveri, andare a Cristo nei poveri, servire Cristo nei poveri. Era, con la sua vita, preziosa espressione di una Chiesa che si fa povera, per essere pienamente con e per i poveri, capace di essere accanto in tutte quelle situazioni dove è negata l’umanità stessa della persona; situazioni di frontiera che vedono i missionari trentini impegnati in prima persona, anche a costo del rischio personale.

Era l’anima del Cefec, il Centro di Formazione Educativo Comunitario da lei diretto, nel Comune di Santa Rita, area metropolitana di João Pessoa (Paraíba), dove più di 300 giovani, adolescenti e bambini in situazioni di vulnerabilità trovano sostegno scolastico, un pasto, opportunità di formazione. I giovani, aveva detto intervistata da Telepace Trento nell’ottobre 2020 – quando sono accolti, amati e valorizzati sono in grado di realizzare le proprie potenzialità, manifestando la sua amarezza per la forzata chiusura del Centro, a causa della pandemia.

La notizia della sua scomparsa ha sorpreso e lasciato senza parole la comunità del Cefec, che ricorda in una nota il suo impegno lungo 15 anni di promozione e difesa della vita, amici, conoscenti e quanti hanno avuto modo di apprezzarne la vitalità, l’entusiasmo, la forza e la determinazione.

La Famiglia comboniana di João Pessoa, con la quale suor Antonietta collaborava nel Centro per i diritti umani (Cedhoc), la ricorda così: “Hai dato la tua vita a Dio perché potesse usarla al servizio dei piccoli e dei povero. Il Padre si è servito della tua tenerezza perché la sua tenerezza potesse raggiungere i più abbandonati”.

Era rientrata l’estate scorsa a Predazzo per incontrare familiari e amici. E a fine luglio aveva festeggiato, alla presenza dell’arcivescovo Lauro, il patrono San Giacomo.

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