Si è spento in Brasile Padre Pio Milpacher, missionario della Congregazione di Gesù sacerdote

Si è spento lo scorso 5 novembre in Brasile all’età di 98 anni Padre Pio Milpacher, missionario della Congregazione di Gesù sacerdote. Il decesso è avvenuto a causa di una insufficienza respiratoria, conseguente ad una polmonite batterica, che aveva costretto Padre Pio al ricovero presso l’Ospedale Santa Casa di Marilia.

Figlio di Fedele Milpacher e Teresa Fedele, Padre Pio Milpacher era nato a Telve Valsugana (Trento) il 27 marzo 1923. Dopo aver fatto la sua professione religiosa nella Congregazione di Gesù Sacerdote il 15 settembre 1942, era stato ordinato sacerdote il 27 giugno 1948 e, in seguito ad un periodo di ministero in Italia, era stato inviato, assieme al Servo di Dio padre Andrea Bortolameotti, in Brasile, dove arrivò il 20 dicembre 1967.

A Marilia riuscì a completare la Chiesa di San Sebastiano con le necessarie opere di accoglienza, costruì il salone parrocchiale e il Centro Pastorale riuscendo a comperare e liberare il terreno con molti sforzi e sacrifici. A San Giuda Taddeo costruì una prima cappella e il salone comunitario. Sfidando la crisi economica e l’incredulità generale, progettò e riuscì a realizzare il grande e ammirato Santuario di San Giuda, che divenne il luogo di devozione per i tantissimi devoti della città e delle regioni limitrofe come pure punto turistico della città di Marilia. Completò la sua opera nella parrocchia costruendo la Chiesa di San Francesco con annesse le sale per le attività pastorali, e diede inizio al grande salone. Così come incentivò e partecipò attivamente nella creazione del Centro Comunitario San Giuda Taddeo.

Passò successivamente ad Osasco (nella grande San Paolo), come parroco della Parricchia Senhor do Bonfim e superiore della casa religiosa. Sua prima preoccupazione è stata quella di dare nuovo impulso e vitalità a quella comunità, da tempo abbastanza abbandonata, senza rinunciare al lavoro per fare questo. Restaurò la Chiesa parrocchiale, costruì le aule di catechesi, ricostruì l’antica casa parrocchiale realizzando anche un secondo piano con una comoda sala per le riunioni ed anche alcune stanze per l’accoglienza. Lì, si adoperò moltissimo alla ricerca di un terreno al centro della città, per costruirvi un luogo di culto e un centro sociale. Quando finalmente lo trovò, in accordo con il Comune, realizzò il Centro Sociale di Gesù Sacerdote, con una bella cappella e varie sale di incontri per i giovani in situazioni di fragilità e vulnerabilità.

Collaborò nei corsi di teologia per i laici nelle Diocesi dove passò, diede la sua disponibilità nella direzione spirituale di vari seminari, ha scritto innumerevoli articoli sui giornali e, senza dubbio, aiutò molte famiglie con il suo ministero, principalmente nelle confessioni e nell’unzione degli infermi.

Nel ricordo di Padre Pio Milpacher, non si può tralasciare la sua importante produzione letteraria: uomo dagli ideali e dai progetti ambiziosi, ha infatti dato alle stampe vari libri: “Vale la pena essere Prete, “Realizzarsi nel sacerdozio e nel celibato”, “Il segreto di una Vita Felice” e “Il Governo dei Popoli”. Quest’ultimo rimane il suo best-seller, frutto di notti di prolungate meditazioni nella favela di Rio, e della sua sofferenza per la mancanza di libertà che la dittatura militare imponeva in Brasile. Un lavoro che, assieme alla sua opera sociale e politica a favore dei poveri gli procurò il riconoscimento con la cittadinanza onoraria sia a Marilia che ad Osasco.

Negli ultimi anni si è dedicato esclusivamente alla preghiera dando luminoso esempio di vita contemplativa, lo ricorda P. Adenilson: “Sempre in preghiera. Nella cappella, nella sua stanza, nei corridoi della casa. È sempre stato un modello di vita attiva: ripieno di progetti pastorali e sociali, sempre sulla strada con la sua tipica motoretta bianca, e alla sera, con la sua auto semplice… Non lasciava riposare il suoi numerosi collaboratori parrocchiali, coinvolgeva i Responsabili civili per le sue iniziative in favore dei poveri della favela o nelle sue iniziative parrocchiali”.

“A lui la nostra missione deve, soprattutto, la sua invincibile perseveranza nelle difficoltà degli inizi. Se non avesse resistito, difficilmente la nostra missione avrebbe continuato in Brasile. È stato per noi come un albero piantato in questa terra della santa croce: tronco robusto e, soprattutto, profonde radici per resistere alle bufere e ai venti impetuosi”, continua P. Adenilson, sulla Rivista Voz Amiga, della Delegazione brasiliana della Congregazione di Gesù sacerdote: “Ringraziamo Dio per la vocazione di questo grande prete! Lascia frutti preziosi sia in Italia, come nelle Diocesi di Marilia e di Osasco, ma principalmente nella nostra Congregazione! Padre Pio Milpacher è stato esempio vivo di santità! Di una vita consumata sino alla fine per la santificazione dei sacerdoti la quale consacrò la sua intera vita!”.

 

 

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