Circonvallazione in Destra Adige? Presentata in Regione la proposta della Rete dei Cittadini

Uno degli studi della proposta della Rete dei Cittadini

Nella mattinata di oggi la Rete dei Cittadini ha illustrato ai capigruppo del Consiglio provinciale la soluzione alternativa da loro individuata per spostare il tracciato della Circonvallazione ferroviaria di Trento in Destra Adige. Per la Rete dei Cittadini, sono intervenuti l’ingegner Mario Perghem Gelmi, responsabile del team progetti, l’ing. Paolo Zadra, portavoce e coordinatore del team progetti, il dott. Emiliano Voltolini, esperto di mobilità e responsabile mobilità del team progetti, accompagnati da Martina Margoni, fondatrice della Rete.

“Serve una pausa di riflessione prima di portare avanti un progetto di circonvallazione ferroviaria potrebbe danneggiare irreparabilmente il territorio della valle dell’Adige fra Trento nord a Rovereto e la sua vivibilità”, hanno detto i tecnici della Rete, che hanno ricevuto l’apprezzamento dei quattro capigruppo intervenuti, tutti di minoranza, che con Zanella e Ferrari hanno auspicato l’organizzazione subito dopo l’Epifania della conferenza di informazione dell’assemblea legislativa da loro proposta su questo tema, dove non potrà mancare Rfi.

Sollecitati dai capigruppo, i tecnici della Rete dei Cittadini hanno denunciato e respinto il ricatto dei politici che sostengono che l’approfondimento e la valutazione del progetto alternativo, causerebbero una perdita di tempo tale da comportare la perdita del finanziamento con le risorse del Pnrr nel caso in cui l’opera non fosse realizzata entro il 2026. Va anche considerata la sentenza del Consiglio di Stato che subordina qualunque intervento sui terreni ex Sloi alla completa bonifica dell’area.

Ad illustrare nel dettaglio la proposta alternativa della Rete dei Cittadini è stato l’ingegner Mario Perghem Gelmi, che ha evidenziato i rischi idrogeologici e soprattutto per le abitazioni nell’area di Roncafort implicati dal progetto di RFI. E ciò considerando l’attraversamento sotterraneo soprattutto di treni merci che non si fermerebbero all’Interporto e che a partire da Trento nord potrebbero viaggiare a 160 km all’ora. Non è difficile immaginare l’impatto che il frequente transito di questi convogli avrebbe sulle case e sulla qualità della vita dei residenti in termini di rumore e vibrazioni con relativi danni agli edifici. Per questo, ha spiegato Perghem Gelmi, la proposta della Rete dei Cittadini è di togliere completamente la ferrovia dalla città spostandola in Destra Adige. Anche tenuto conto che a est vi sono partite ancora aperte con i residenti per la galleria di Martignano. L’ingegnere ha segnalato che l’attraversamento di Trento prefigurato da Rfi determinerebbe a cascata analoghi problemi anche nella Valle dell’Adige a sud del capoluogo fino a Rovereto. Problemi che si aggiungerebbero all’enorme impatto sul territorio che avranno i cantieri, qualunque sarà il tracciato. Il tecnico ha aggiunto che i geologi interpellati dalla Rete dei Cittadini per appurare gli eventuali problemi idrogeologici che causerebbe il percorso in Destra Adige, hanno accertato che sarebbero interessate solo alcune sorgenti d’acqua con una portata d’acqua minima (di 2-3 litri al secondo): nulla a che vedere con gli enormi rischi che presenterebbe invece l’attuale soluzione a est. La Rete dei Cittadini ha prospettato sue possibili tracciati della galleria in Destra Adige: uno più profondo, interno alla montagna, l’altro più vicino alla valle. Tracciati che permetterebbe di trasferire su rotaia i materiali di scavo, evitando di trasportare su gomma fino a Verona con mezzi pesanti inquinanti lungo la statale del Brennero e l’autostrada, un milione e 800 mila metri cubi di detriti. Inoltre la proposta della Rete dei Cittadini, a differenza del progetto di Rfi, non avrebbe nessun impatto sulla zona a sud di Trento. Infine i tempi. Perghem Gelmi ha messo in discussione la possibilità di realizzare l’opera entro il 2026 come sostiene Rfi per intercettare il finanziamento della circonvallazione con i 930 milioni di euro del Pnrr. “Questo vorrebbe dire aprire i cantieri nel gennaio-febbraio del 2023 condizionando il territorio provinciale per almeno un secolo”. Ecco perché la Rete dei Cittadini chiede con forza a Rfi di prendersi una pausa riflessione supplementare, che – assicura Perghem Gelmi – non inficerebbe affatto la realizzabilità dell’opera”.

Tra gli interventi dei capigruppo anche quello di Sara Ferrari (Pd), che ha osservato come vi era bisogno di questo incontro per non basarsi solo sulle informazioni della stampa. Non è prevista in tutta questa procedura di partecipazione il coinvolgimento del Consiglio provinciale. Per questo le minoranze avevano chiesto una seduta straordinaria del Consiglio e i capigruppo avevano optato per una conferenza di informazione in cui poter approfondire e valutare i timori emersi dalla Rete dei cittadini. La speranza – ha continuato Ferrari – è che nella conferenza di informazione del Consiglio, da convocare al più presto, meglio se subito dopo l’Epifania perché non avrebbe senso attendere ancora, la Giunta si faccia carico di queste preoccupazioni perché solo così l’assemblea legislativa dimostrerà di aver avuto un ruolo. Perché mai neanche in passato il tema circonvallazione ferroviaria era stato affrontato dal Consiglio provinciale. Due le questioni poste da Ferrari. La prima riguarda la sentenza con cui il Consiglio di Stato ha stabilito che i terreni dell’area ex Sloi a nord di Trento, interessati dai futuri lavori per il tracciato ferroviario, non si potranno toccare finché non saranno stati completamente bonificati. La domanda è: sarà così o le norme del Prnn superano anche questo ostacolo? Seconda domanda: la tempistica. RFI ha respinto il progetto alternativo perché per approfondirlo servirebbe altro tempo e si perderebbero così le risorse messe a disposizione di quest’opera dal Pnrr. L’ing. Zadra ha risposto che le regole legate al Pnrr non possono scavalcare la sentenza con cui il Consiglio di Stato ha dato ragione al Comune di Trento sul tema dell’inquinamento di questi terreni, perché in gioco vi è la salute dei cittadini. Si dovrà decidere se la salute dei cittadini conta di più o di meno rispetto alla realizzazione del progetto di circonvallazione ferroviaria. Inoltre il risanamento completo di quest’area costerebbe centinaia di milioni di euro. E anche gli interventi parziali per lotti chiesti dai proprietari sono stati esclusi dal Consiglio di Stato. Zadra e Perghem Gelmi si sono infine detti certi che anche sforando la scadenza del 2026 per la realizzazione di quest’opera, i soldi del Prnn non si perderebbero. Inoltre gli stop ai lavori che probabilmente i cantieri incontrerebbero se aprissero a inizio 2023, allungheranno inevitabilmente i tempi. Ma non per questo l’Europa rinuncerebbe a finanziare un’opera tanto importante per l’intero corridoio ferroviario dalla Scandinavia a Malta. Anche se i 930 milioni di euro previsti tre anni fa dovessero risultare insufficienti. “Vedrete che l’Europa i soldi ce li metterà per completare l’opera. Sostenere il contrario è una balla colossale – hanno detto i tecnici – anzi, è un bruttissimo ricatto una parte della politica ha messo davanti ai cittadini e che purtroppo anche l’amministrazione comunale di Trento cavalca”.

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