Violenza sulle donne, approvato l’assegno di autodeterminazione

Una misura che rafforza il sistema di protezione per le donne vittime di violenza. La Giunta provinciale ha approvato, giovedì 23 dicembre, i criteri e le condizioni per  l’accesso all’assegno di autodeterminazione con una delibera proposta da Stefania Segnana, assessora alla salute, alle politiche sociali, alla disabilità e alla famiglia.

“Viene così introdotto un nuovo intervento economico provinciale, previsto dalla legislazione provinciale in materia, per sostenere l’autonomia delle donne vittime di violenza e in particolare per agevolare l’autonomia abitativa e il rafforzamento o il raggiungimento dell’autonomia personale – spiega l’assessora Segnana -. L’assegno assume dunque una valenza socialmente rilevante, come supporto alla donna nella sua scelta di allontanarsi dalla violenza ed intraprendere un percorso volto a recuperare la capacità di autodeterminare il proprio percorso di vita”.

L’assegno previsto dalla misura è mensile e di 400 euro, ridotto a 200 se la richiedente è ospite di una struttura residenziale socio-assistenziale che ne garantisce il vitto. La durata può variare: si va da un periodo minimo di 3 mesi ad un periodo massimo di 12 mesi, sulla base di quanto previsto dal piano personalizzato di intervento. L’intervento economico è finanziato interamente da risorse provinciali.

“L’assegno di autodeterminazione – aggiunge Segnana – punta a rafforzare il sistema di protezione già applicato in provincia di Trento; è infatti slegato dalla prestazione lavorativa, dalla cittadinanza e dalle condizioni di soggiorno e serve come garanzia di indipendenza economica, e dunque concreta forma di sostegno, per le donne che intraprendono percorsi di fuoriuscita da relazioni violente”.

La struttura presente sul territorio a contrasto della violenza di genere comprende anche una rete che unisce istituzioni, magistratura, forze dell’ordine, servizi pubblici e associazioni. I dati raccolti attestano che le denunce e l’emersione della violenza avvengono dove sono presenti i servizi di sostegno, soprattutto nel caso delle fasce più deboli e delle donne con figli.

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