Cementiera di Sarche, la preoccupazione del Comitato ‘SalviamolaValledeiLaghi’

Attraverso una lettera aperta indirizzata al Sindaco di Madruzzo Michele Bortoli, ai sindaci di Valle Laghi e Cavedine e all’assessore all’Ambiente della PAT Mario Tonina, il Comitato ‘SalviamolaValledeiLaghi’ esprime la sua preoccupazione per la possibile riaccensione del forno della Cementiera di Sarche, chiedendo che venga indetta urgentemente una assemblea pubblica informativa allo scopo di dare a tutti, amministratori locali e cittadini, informazioni dettagliate e non di parte, in modo che ognuno possa formarsi nella propria coscienza un’opinione motivata.

“In data 30/11/2021 è stata inoltrata dalla ditta Italcementi-Heidelberg cement group agli organi competenti provinciali la già annunciata richiesta di riavviare a pieno ritmo, 24 ore su 24, tutta l’attività di produzione, anche con la possibilità di escavazione del minerale presente nel sito di proprietà. Ora l’esecutivo provinciale ha a disposizione 60 giorni per la redazione di una risposta”, spiega il comitato, ripercorrendo le tappe della questione. “Dalle informazioni in nostro possesso, risulta chiaro un forte rischio per la salute dei cittadini e per l’integrità del territorio non solo della Valle dei Laghi, ma quanto meno di vaste zone del Trentino occidentale. È certo che il riavvio senza possibili controlli, né ulteriori dotazioni di sicurezza, costituirà un segnale pesante. È certo che nel tempo dovremo subire una non ancora precisata quantità di emissioni di polveri, comprese le dannosissime polveri sottili, cause di malattie per la popolazione, soprattutto dei bambini, e di forte impatto sulla vegetazione dei nostri vigneti e dei boschi, compreso quelli pregiati del biotopo del lago di Toblino (300 metri di distanza), cartolina di presentazione del nostro Trentino turistico. È certo che in una valle ristretta come la nostra, che oltre tutto nei mesi invernali non è soggetta a ventilazione naturale, ci sarà un’enorme emissione in atmosfera di Co2, che, come è a tutti noto, è un gas clima-alterante: le cementiere nel mondo contribuiscono circa per una parte su 10 alla liberazione di questo gas”.

Il Comitato, per bocca del suo rappresentante Marco Pisoni, chiede quindi informazioni certe e garanzie sicure e condivise, rispetto ai materiali e alle quantità che si bruceranno come combustibili nel forno di Sarche; se ci sarà o meno la creazione di un tavolo permanente di monitoraggio, che coinvolga, oltre naturalmente ai tecnici provinciali e ai rappresentanti delle istituzioni territoriali e provinciali, anche rappresentanti della cittadinanza e delle associazioni ambientaliste. Tra i quesiti anche se saranno adottati in Trentino protocolli rigorosi come sono stati imposti in varie parti d’Italia; se ci stiamo attivando anche in termini di prescrizioni relative alla autorizzazione, non solo per quanto riguarda la normale attività di gestione dei processi lavorativi, ma anche in previsione di eventuali malfunzionamenti degli impianti e/o dei meccanismi di controllo; infine se e quali saranno tutti i dispositivi di sicurezza attivati per il personale che vi lavorerà, vista la presenza di numerosi gas e sostanze potenzialmente tossiche presenti nel processo di lavorazione”.

Sul tema si è espresso inoltre anche il consigliere provinciale del Movimento 5 Stelle di Trento Alex Marini, che assieme all’europarlamentare Sabrina Pignedoli ha promosso un’interrogazione alla Commissione europea per fare chiarezza sul cementificio : “La produzione di cemento è una delle attività industriali più inquinanti per emissione di anidride carbonica – osservano Marini e Pignedoli – e non serve ricordare come proprio la CO2 sia fra i maggiori responsabili del surriscaldamento globale. L’Unione Europea è consapevole della criticità di questi processi produttivi e per questo, tramite il programma HORIZON, sta finanziando la ricerca volta a ridurre le emissioni derivanti dalla cottura e dalla produzione del cemento. La questione a livello europeo è davvero chiarissima. Ad esempio nella Comunicazione 2019/C 209/01, per quanto riguarda il modello aziendale da adottare, nella sezione 3 “Informativa raccomandata e orientamenti complementari”, si evidenzia l’importanza che le parti interessate comprendano in che modo i cambiamenti climatici influiscono sul modello aziendale e sulla strategia della società e come l’attività svolta può ripercuotersi sul clima nel breve, medio e lungo periodo”.

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