Quell’idea disarmante e così visionaria. Un libro per i 30 anni del Forumpace

Poco più di trent’anni fa nasceva il Forum trentino per la pace e i diritti umani, con legge provinciale (la n. 11 del 10 giugno 1991) e per volontà del Consiglio della Provincia autonoma di Trento (un unicum a livello nazionale, perlomeno), raccogliendo e indirizzando in una cornice istituzionale la forte spinta alla costruzione di una cultura della pace proveniente dalla società civile. Erano tempi in cui grandi manifestazioni di piazza agitavano il mondo contro le guerre nel Golfo persico e nei Balcani. Oggi le piazze si riempiono per chiedere di contrastare il cambiamento climatico, ma i conflitti non sono cessati. Però “sarebbe miope e ingeneroso considerare esaurito lo slancio che diede forma al Forum”, osservano Massimiliano Pilati e Katia Malatesta, presidente e vicepresidente dell’istituzione, nella loro presentazione di “Un’idea disarmante. Trent’anni di Forumpace”, il libro che, grazie alla cura di Marta Villa, si preoccupa di dare forma (e ci riesce) alle diverse espressioni – idee, ricordi, note critiche, proposte – che hanno animato l’anno, appena concluso, dell’anniversario. Così che il libro, edito da People (2021, 16 euro), pur se scritto “a cento mani”, diventa qualcosa di più di un autoritratto collettivo frutto di quanti hanno condiviso quel cammino trentennale, per proporsi come una preziosa cassetta degli attrezzi che contribuisce a ridare significato e credibilità alla parola “pace”. Lo fa ripercorrendo la storia del Forum per la pace, mostrando come sia stato possibile tenere insieme proposta, denuncia e proposta, onorando sia l’impegno per la pace – con la denuncia delle guerre nel Golfo e nell’ex Jugoslavia, e dei conflitti in Cecenia e in Medio Oriente -, sia difendendo i diritti umani, là dove l’uomo era sfruttato e umiliato (si pensi all’esplodere del fenomeno migratorio, ancora così attuale).

Pagina dopo pagina, emerge la dimensione di laboratorio di sperimentazioni che è stato il Trentino in tutti questi anni, grazie alla sua Autonomia che ha saputo darsi uno strumento innovativo come il Forum per la pace. Al quale una figura carismatica del movimento per la pace, il professor Giuliano Pontara, uno tra i massimi studiosi della nonviolenza, consegna, nella sua prefazione, una responsabilità non da poco: “Come si fa a parlare di pace a giovani che non hanno lavoro, che soffrono, che non riescono a trovare la propria strada in questa società sempre più dura?”. Una risposta è già in queste pagine.

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