Decreto salva spesa Made in Italy, Coldiretti Trentino Alto Adige: “Un grande risultato per l’agricoltura”

Coldiretti Trentino Alto Adige esprime soddisfazione per l’approvazione del decreto salva spesa “Made in Italy”

“Un grande risultato per l’agricoltura italiana e un importante passo avanti rispetto a una delle nostre battaglie storiche”. Soddisfatto Gianluca Barbacovi, presidente di Coldiretti Trentino Alto Adige, per l’approvazione del decreto salva spesa Made in Italy, pubblicato ieri (8 febbraio) in Gazzetta Ufficiale.

Viene introdotto così l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza dell’ingrediente principale, dal latte ai derivati del pomodoro, dai formaggi ai salumi fino a riso e pasta. Un provvedimento che arriva “in un momento in cui è importante sostenere l’economia, il lavoro e il territorio nazionale”, aggiunge Barbacovi.

Un modo per distinguere “la pasta ottenuta da grano duro italiano da quella con grano canadese trattato in pre-raccolta con il glifosato secondo modalità vietate in Italia”, sottolinea Coldiretti. Ma anche una maniera per “smascherare la mozzarella con il latte lituano – aggiunge – da quella con latte tricolore o i salumi da carne di suino proveniente da Belgio o Olanda rispetto a quelli allevati in Italia o ancora il concentrato di pomodoro cinese da quello Made in Italy”.

Un provvedimento che costituisce “un passo determinante per impedire che vengano spacciati come Made in Italy prodotti di bassa qualità provenienti dall’estero che non rispettano i rigidi paramenti di qualità di quelli nazionali”, ha affermato invece Ettore Prandini, presidente nazionale della Coldiretti.

“Il decreto garantisce trasparenza sulla reale origine su prodotti base della dieta degli italiani che rappresentano circa ¾ della spesa – ha aggiunto Prandini – ma resta ancora anonima l’origine dei legumi in scatola, della frutta nella marmellata o nei succhi, del grano impiegato nel pane, biscotti o grissini senza dimenticare la carne o il pesce venduti nei ristoranti”.

Il provvedimento risponde alle richieste dell’80% di italiani che, secondo il rapporto Coldiretti/Censis, verifica anche la provenienza degli ingredienti quando guarda l’etichetta del prodotto che acquista.

L’etichettatura di origine obbligatoria dei cibi è una battaglia storica della Coldiretti. E’ stata introdotta per la prima volta nel 2002, dopo l’emergenza della mucca pazza, per la carne bovina in tutti i Paesi dell’UE.

“L’Italia, che è leader europeo nella qualità, ha il dovere di fare da apripista nelle politiche alimentari dell’UE – ha concluso Prandini – poiché in un momento difficile per l’economia dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della tracciabilità con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine di tutti gli alimenti, venendo incontro alle richieste dei consumatori italiani ed europei”.

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