Diventare come il Maestro

«Ogni albero si riconosce dal frutto». Lc 6,44

L’Imitazione di Cristo” è il titolo di un libricino di autore ignoto scritto sul finire del Medio Evo, al quale hanno fatto riferimento generazioni e generazioni di cristiani. Il titolo di questo libricino è riassuntivo dell’intero libro ed è ciò a cui è chiamato in ultima analisi, ogni cristiano. E’ esattamente quel che ci viene proposto nel vangelo di questa domenica: “Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro” (Lc 6,40).Che cosa comporta l’essere come il maestro? Stando al vangelo di domenica scorsa la realtà essenziale, per assomigliare al Cristo, è l’amore dei nemici, il perdono, la misericordia. Stando al vangelo di questa domenica, che ne è la continuazione, per assomigliare al Cristo occorre che compiamo anche qualche altro passo.
Occorre anzitutto imparare a superare l’ipocrisia – una tentazione ricorrente negli spiriti religiosi – che consiste nel voler fare a tutti i costi la guida al proprio prossimo, senza aver imparato prima a dirigere la propria esistenza sulle strade di Dio. È una delle tante “varianti” dell’ipocrisia quella che ci spinge a notare, rilevare e far pesare tutte le manchevolezze altrui, cercando al tempo stesso di coprire, mascherare e dissimulare le nostre. Ma “Se un cieco guida un altro cieco, cadranno ambedue in una buca” (Lc 6,39).

Il vaccino contro questo tipo di ipocrisia è quello di imparare a riconoscere e correggere i nostri limiti, i nostri sbagli, i nostri punti deboli, imparare insomma a correggere noi stessi, prima di voler correggere gli altri. Solo allora saremo in grado di compiere con umiltà, amore e verità un’autentica ed efficace correzione fraterna.

Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello” ci suggerisce Gesù (Lc 6,42). Questa non è però un’azione “una tantum” ma dev’essere un’operazione quotidiana, tant’è che la Chiesa ci suggerisce di concludere ogni nostro giorno con l’esame di coscienza e la richiesta di perdono al Signore.

Inoltre occorre coltivare la qualità della nostra vita interiore, del nostro cuore e della nostra coscienza per far sì che da un cuore buono derivino azioni buone. Il cambiamento interiore non è fatto solo di intenzioni interiori ma di intenzioni che si traducono in atteggiamenti, in scelte di vita, in azioni concrete. E la verifica di ciò che abbiamo in cuore non si ha solo al momento in cui apriamo la bocca per parlare ma quando il cuore, la parola e le azioni concordano: “Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto” (Lc 6,44). Essere come il maestro è realisticamente possibile? Certamente, perché “Dio ci dà la vittoria (sul peccato) per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo!” ed è per questo che “La nostra fatica non è vana nel Signore” (1Cor 15, 57-58).

Sul calendario “Due piccoli pesci 2022” di Vita Trentina Editrice

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Fusti magri e frutti pesanti, chiome voluminose e ghiande striminzite, rami secchi e frutti succosi… sembra proprio difficile pensare di riconoscere gli alberi dai propri frutti! Eppure è proprio così, perché Gesù oggi ci parla dell’essenza, della linfa preziosa che ci scorre dentro, non dell’apparenza! L’idea di questa settimana (che è un pò ciò che cerca di guidare tutti i piccoli consigli creativi) è quella di provare ad usare la propria creatività per espandere l’attività del calendario da colorare. In questo caso, abbiamo pensato a creare un piccolo gioco da “settimana enigmistica” per far riflettere su quanto all’apparenza siano diverse piante e frutti… ma su come in realtà siano sottilmente legati, uniti nell’essenza. Nel piccolo seme c’è la maestosità della pianta. Nel grande albero, l’umiltà del chicco. Nel gioco costruito da sé, il divertimento più soddisfacente.

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