Padergnone, ulivi nel deserto: nessuna risposta alla proposta di gestione del Comune di Vallelaghi

Gli ulivi sul lungolago di Santa Massenza

Chi intende prestarsi alla cura di piante di ulivo di proprietà comunale attecchite in quel di Padergnone? Malauguratamente nessuno, almeno ora come ora, stando all’esito di un’asta pubblica indetta la scorsa estate e ad oggetto la concessione temporanea di una trentina di esemplari portabandiera della dieta mediterranea che, a modesto giudizio del comune di riferimento – quello di Vallelaghi – richiede una gestione diretta “difficilmente ipotizzabile e comunque economicamente non conveniente”.

La realtà non fa sconti e forse non è nemmeno per ragioni di mera opportunità. Di fatto l’agognata soluzione di compromesso indotta dalla necessità di “garantire un’oculata gestione del patrimonio comunale” si è rivelata essere una chimera. L’assegnazione avrebbe dovuto rifarsi ad una gara informale al migliore offerente con rialzo sul prezzo annuo a base d’asta di 50 euro. Vi potevano prendere parte sia i residenti del comune di Vallelaghi che le realtà associative del suo territorio purché in grado di provvedere direttamente alla coltivazione, di padroneggiare un compendio di cognizioni tecniche attinenti la materia e di comprovare il possesso di dotazioni strumentali necessarie a fare fronte all’impegno previsto.

All’assegnatario sarebbero spettate per almeno tre anni le operazioni di potatura periodica, di pulizia ordinaria del suolo e di raccolta delle drupe verdi, da sempre preziose alleate della salute e che già in epoca imperiale le si raccomandava per scopi terapeutici. Sarà pertanto il comune, suo malgrado, a farsene carico almeno finché non perverrà in municipio un’eventuale manifestazione di interesse.

Merita ricordare come, nel rispetto di precisi canoni estetici, sono stati messi a dimora una dozzina d’anni fa per mano di una scolaresca di Vezzano, un centinaio d’ulivi alle porte della limitrofa Santa Massenza in corrispondenza di quella che ai tempi delle sessioni conciliari trentine assumeva le sembianze di una bucolica riviera in posizione defilata.

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