Trentino, il punto sull’accoglienza: oltre 500 i profughi ucraini già arrivati

Si è discusso di pronta accoglienza dei profughi ucraini e trasporto nelle zone di frontiera del materiale frutto delle donazioni dei trentini, nel corso della riunione convocata nel pomeriggio di martedì 8 marzo dal presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti e alla quale hanno preso parte l’assessore alla salute e politiche sociali, Stefania Segnana, il commissario del Governo Gianfranco Bernabei, il questore Alberto Francini, il presidente del Consorzio dei Comuni Paride Gianmoena e il sindaco di Trento Franco Ianeselli, oltre ai rappresentanti della protezione civile (Croce rossa italiana, psicologi per i popoli, Nuvola, Federazione vigili del fuoco volontari), dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari e delle associazioni ucraine Rasom aps e Aiutiamoli a vivere. Presenti anche i dirigenti generali Raffaele De Col, Giancarlo Ruscitti e Roberto Ceccato, oltre al responsabile di Cinformi Pierluigi La Spada.

“Il Trentino dimostra ancora una volta la propria capacità di fare squadra di fronte ad una situazione di assoluta emergenza”, ha osservato Fugatti, che ha evidenziato la necessità di rispettare la regia europea e nazionale nello strutturare il sistema di accoglienza, nelle operazioni di trasporto del materiale destinato ai profughi e nell’allestimento di un campo per la prima accoglienza delle persone in fuga dalla guerra al confine con la Moldavia. Qui, non appena le istituzioni locali individueranno un’area idonea, dapprima sarà compiuto un sopralluogo da parte di una delegazione trentina e altoatesina e successivamente partirà la colonna mobile per l’allestimento del campo, la cui gestione sarà affidata alle realtà competenti.

Sono 200 i posti di prima accoglienza predisposti in Trentino: ad oggi hanno usufruito del servizio 104 persone, alle quali si aggiungeranno in serata altri 21 soggetti. Sono comunque molti i profughi ucraini che hanno trovato ospitalità in forma autonoma, pari a 420 unità. Il sistema si sta peraltro preparando ad un eventuale aumento dei flussi, alla luce della prossima apertura di corridoi umanitari: la disponibilità offerta da enti pubblici e realtà private è di ulteriori 713 posti, attualmente al vaglio del sistema provinciale di accoglienza.

Dall’inizio dell’emergenza, presso gli uffici del Cinformi (che assieme alla Protezione civile ha assunto il coordinamento dell’operazione) si sono rivolte centinaia di persone – in particolare donne e bambini – per le quali è stato avviato il necessario percorso di regolarizzazione. Va ricordato infatti che entro 48 ore dal proprio arrivo, i profughi devono provvedere alla propria identificazione e viene garantito loro il titolo di soggiorno temporaneo per motivi umanitari. Intercettati dal sistema sanitario, gli ucraini che raggiungono il territorio italiano eseguono il tampone per individuare eventuali positività al Covid, al quale segue la quarantena fiduciaria di 15 giorni. Finora tutte le persone ospitate in Trentino si stanno sottoponendo al ciclo vaccinale. Per quanto riguarda bambini e ragazzi in età scolare (60 i casi presenti), le scuole stanno organizzando i percorsi scolastici per l’inserimento.

Per quanto riguarda il trasporto del materiale (vestiario, cibo e farmaci) raccolto dalle associazioni ucraine e destinato sia ai profughi arrivati in Trentino, sia al confine con il Paese martoriato dalla guerra, il presidente Fugatti e l’assessore Segnana hanno garantito la disponibilità dei mezzi della Protezione civile: “Questo dovrà essere fatto sotto la regia della Protezione civile nazionale e del coordinamento europeo, al fine di garantire la sicurezza delle persone alla guida dei mezzi” ha evidenziato il presidente della Provincia.

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