Da Cles a Przemysl per portare aiuti: sei amici e tre furgoni ai confini dell’Ucraina

Dalla Val di Non al confine con l’Ucraina per portare aiuti umanitari: sei amici in viaggio

“Siamo un gruppo di amici che condividono diverse passioni e in questo momento tragico per l’Ucraina ci siamo chiesti che cosa potevamo fare per dare il nostro aiuto. Abbiamo deciso di portare aiuti alla popolazione martoriata dalla guerra, con il sostegno di molti privati di tutta la Valle. Abbiamo visto da vicino gli orrori che si vedono in televisione”. Le parole sono di Andrea Angeli di Cloz, che assieme a Moreno Turri di Castelfondo, Mirko Valli di Cles, Francesca Deimichei di Fondo, Diego Sedda di Ruffré – Mendola e Stiven Buzzon di Sarnonico, sono partiti carichi da Cles e hanno percorso 1400 chilometri fino in Polonia a Przemysl, sul confine con l’Ucraina.

I mezzi di trasporto sono stati prestati dall’APT Val di Non, dall’Unione Ciclismo Rallo e dall’Associazione Calcio Alta Anaunia

I giovani hanno riempito tre furgoni – i mezzi di trasporto sono stati prestati: dall’APT Val di Non, dall’Unione Ciclismo Rallo e dall’Associazione Calcio Alta Anaunia – di beni di prima necessità: cibo, vestiti, giacconi, teli e tutto quello che serve per un’illuminazione di emergenza.

“Al ritorno abbiamo portato con noi 21 profughi, il più piccolo ha 10 mesi”, continua il suo racconto Andrea. “Sono i militari che decidono chi far partire, sono tutti registrati. Quelli che abbiamo portato con noi avevano amici e parenti in Italia e sapevano già dove andare”.

“Sono i militari che decidono chi far partire, sono tutti registrati. Quelli che abbiamo portato con noi avevano amici e parenti in Italia e sapevano già dove andare”

A loro si è aggiunto un uomo solo anziano, che ha dovuto lasciare tutto, dopo che la sua casa era stata bombardata; portava con sé una Bibbia, una valigia e un berretto, aveva solo una sorella con la quale non riusciva a mettersi in contatto; uno del gruppo degli amici, Mirko Valli, l’ha portato a Preghena, frazione di Livo, a casa sua. “Questa è un’esperienza veramente toccante”, aggiunge Moreno Turri. “Aiutare queste persone stremate dalla guerra, che hanno bisogno di riprendere coraggio e staccarsi dagli orrori che hanno ancora davanti ai loro occhi; non sapevamo quello che avremmo trovato. Abbiamo portato con noi tre signore con quattro bambini a testa e altri, che avevano solo una valigia”.

vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina