Mezzolombardo, parlano le donne ucraine che lavorano in paese: “Con i russi ci sentivamo amici, fratelli…”

Le donne ucraine che hanno raccontato il loro sconforto e la loro preoccupazione a Mezzolombardo

Un incontro molto intenso con alcune donne che lavorano a Mezzolombardo con lo scopo di favorire una reciproca conoscenza, ascoltare i loro racconti, condividere il loro stato d’animo ed esprimere solidarietà in questo periodo difficilissimo per il loro paese e per le loro famiglie. In orario compatibile con il loro lavoro di badanti, le signore ucraine hanno subito accolto l’invito a questo incontro. Alcune di loro sono qui da molti anni, aiutano nelle nostre case nel seguire le persone anziane che non possono essere lasciate sole e hanno bisogno di assistenza. Dopo un iniziale momento di conoscenza dei loro nomi, si è subito capito che in realtà, sotto le mascherine, c’erano visi di donne che tutti hanno visto spesso passeggiare con persone anziane o talvolta anche da sole o a due a due nelle ore di riposo.

Sembrava avessero proprio bisogno di parlare: hanno raccontato la loro grande ansia per i famigliari in Ucraina. Ognuna di loro ha figli, nipoti, pronipoti o parenti che vivono in prima persona la tragedia della guerra. “Possiamo parlare con loro spesso – ci hanno detto – perché le linee telefoniche funzionano bene e così possiamo avere notizie loro e della situazione in generale”.

I giorni passano così tra momenti di grande apprensione e di speranza. In alcuni casi i figli o nipoti che non sono stati chiamati alle armi perché abitano lontano dalle zone teatro di guerra proseguono il loro lavoro, ma spesso sono chiamati a formare delle squadre di controllo delle zone di ingresso dei centri abitati. Nelle zone ad ovest dell’Ucraina arrivano tanti profughi dalle altre zone colpite dai bombardamenti e chi abita in queste zone cerca di aiutarli.

Una signora era sconsolata e ha confessato di non capire questa invasione da parte dei russi. “Tutti gli ucraini studiano e parlano anche il russo, in passato ho lavorato tanti anni a Mosca e ci sentivamo amici, se non fratelli”. Un’altra era invece molto arrabbiata e risentita nei confronti degli invasori.

Un’altra signora ha riferito che nell’ospedale dove un suo nipote è medico ormai mancano i farmaci. Ha letto poi un messaggio inviato da questo nipote in cui ha ripercorso la storia dell’Ucraina: una storia con molti avvenimenti critici e dolorosi, tra cui in particolare quello recente, la famosa carestia durante il regime di Stalin fra il 1930 e il 1933. Secondo il suo racconto la guerra che si combatte in questi giorni è cominciata già nel 2014 nella zona del Donbass nell’Ucraina orientale ed era preparata da tempo. Ha aggiunto poi che anche i suoi genitori ospitano due famiglie fuggite dalle città sotto assedio in un paesino sui Carpazi, “un paese piccolissimo che assomiglia alla frazione Maurina di Spormaggiore”.

In tutte c’è la forte speranza di una fine veloce dei combattimenti senza ulteriori vittime e sofferenze.

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