Torna la Messa: il gruppo alpini di Predazzo ricostruirà la chiesetta di Valmaggiore, distrutta da Vaia

È noto che “per gli Alpini non esiste l’impossibile”, frase che descrive il loro atteggiamento a non arrendersi di fronte alle avversità della vita. Ed è così anche per il gruppo di Predazzo che, riunito nell’assemblea elettiva che si è svolta qualche settimana fa, ha confermato la volontà di ricostruire la chiesetta di Valmaggiore che fu distrutta dalla tempesta Vaia a fine ottobre 2018. Tutte le procedure burocratiche sono finalmente concluse e “probabilmente già nel mese di aprile – spiega Enrico Boi componente del direttivo del gruppo – faremo il sopralluogo sull’area dove sorgerà la nuova costruzione e verrà predisposto il cantiere per cominciare”.

La piccola chiesa sarà eretta uguale a quella precedente in una zona più sicura della valle ovvero un prato pianeggiante, su progetto del geometra ed ex alpino Francesco Delugan.
In appoggio alla ditta esecutrice, che sarà responsabile del cantiere e della sicurezza, lavoreranno il fine settimana “i nostri soci alpini ex artigiani che – specifica Boi – metteranno a disposizione la loro manualità e le loro conoscenze come muratori, falegnami oppure tecnici edili”.

I materiali che saranno utilizzati per la costruzione sono principalmente legno e pietre, una parte di queste ultime “ovvero quelle del campanile sono state recuperate perché, pur essendo crollato, non si sono spaccate – racconta Enrico – e, se tutto andrà bene, i lavori termineranno tra luglio e agosto”.

La ricostruzione quindi è molto attesa sia dagli Alpini che dai predazzani “perché l’edificio sacro e la località – chiarisce Boi – hanno un valore simbolico in un luogo di raccoglimento e meditazione nel Lagorai, teatro di battaglie e di sofferenza”.

A parte il 2020 e il 2021, ogni anno fin dal 1987, precisamente il 7 luglio giorno dell’inaugurazione della chiesetta costruita in ricordo dei caduti delle Guerre Mondiali e in montagna, il gruppo Alpini ha sempre organizzato a Valmaggiore una domenica di festa e di preghiera per chi, come dicono loro, “è andato avanti”.

Il gruppo di Predazzo è sempre attivo sia in iniziative sul territorio che anche in altri contesti. Per esempio in occasione del recente incontro a Roma con papa Francesco, gli Alpini trentini si sono impegnati a regalare 10 mila ore di lavoro per la Cittadella della Pace di Rondine e “saranno organizzate delle squadre che su più turni parteciperanno ai lavori – precisa Boi – e perciò anche qualcuno di noi andrà a dare una mano”.

C’è un grande impegno anche sul fronte del coinvolgimento dei giovani nel mondo delle penne nere “dato che sono referente di sezione per i giovani – spiega Enrico – sto cercando di recuperare i “soci dormienti”, cioè quelli che hanno fatto il servizio militare ma non si sono mai iscritti, e di coinvolgere i ragazzi e le ragazze dai 16 ai 25 anni nei campi scuola degli Alpini”. Questi vengono organizzati in tutta Italia, quest’anno saranno 12, uno anche in Sicilia, in cui per due settimane i giovani vivranno insieme in caserma e svolgeranno attività come corso di roccia, trekking, manutenzioni di sentieri e eventuali trincee, corsi di protezione civile.

Un‘occasione questa per far allargare la famiglia degli Alpini e far capire alle nuove generazioni valori importanti come la concretezza, la tenacia e l’aiuto ai più deboli.

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