Con #sicurezzavera, bar discoteche e ristoranti diventano presidi contro la violenza di genere

La campagna “Sicurezza vera” è stata presentata a Trento l’11 aprile: bar, ristoranti e discoteche saranno presidi contro la violenza di genere

Parte da bar, discoteche, ristoranti e pubblici esercizi la campagna di prevenzione della violenza di genere “Sicurezza vera” presentata oggi, 11 aprile, a Trento: tutti questi luoghi diventeranno dei presidi di legalità e tutela, delle sentinelle del territorio. In Italia esiste un pubblico esercizio ogni 250 abitati: basterebbe questo dato da solo a spiegare l’importanza della campagna di formazione e informazione contro la violenza di genere.

“Più volte abbiamo sostenuto che i locali pubblici non sono solo un’attività economica: un bar, un pub, una discoteca, ma anche un ristorante, una birreria… sono luoghi dove si vive la socialità, l’essere comunità, dove si vivono emozioni, ci si incontra per piacere o per lavoro – le parole di Fabia Roman, presidente dell’associazione dei pubblici esercizi -. #Sicurezzavera è un protocollo che la nostra associazione sottoscrive con la Polizia per fare, dei locali che vorranno aderire, una rete di punti di primo sostegno a casi di violenza di genere, tentata o messa in atto, dove la vittima può rivolgersi per ricevere protezione e aiuto nel contattare le autorità e le altre istituzioni dedicate. Con #sicurezzavera non ci sostituiamo alle organizzazioni ed alle strutture, alle forze dell’ordine, deputate ad affrontare questo problema, e che già svolgono in maniera infaticabile il proprio lavoro, ma vogliamo dare il nostro contributo proprio per il nostro ruolo di presìdi di socialità. Una società che deve lottare unita contro discriminazioni e violenze che non devono avere più alcun diritto di esistenza”.

Il progetto “Sicurezza vera” prevede dei momenti formativi e informativi rivolti sia ai titolari sia al personale dei pubblici esercizi. Le tematiche riguarderanno la legalità, la correttezza, il rispetto nei rapporti interpersonali, le discriminazioni, la violenza basata sul genere e gli strumenti posti a tutela delle vittime, comprese le misure di prevenzione del Questore e i dispositivi di pronto intervento adottati dalla Polizia di Stato.

“E’ importante anche non stare in silenzio quando assistiamo ad episodi di violenza: non è necessario indossare una divisa, perché per essere presenti e solidali non serve avere una divisa – ha detto la presidente nazionale di FIPE Donne Valentina Picca Bianchi-. Ciascuno di noi deve poter intervenire, nei modi opportuni, per rendere la nostra società sempre più sicura e giusta. Non c’è spazio per l’omertà nella nostra società. I progetti forti devono crescere di contenuti e di valore. Dobbiamo farlo insieme e con tutte le energie di cui disponiamo”.

In Trentino nel 2020 si sono registrati 2,5 casi di violenza ogni 1.000 donne residenti. Nel 39,4% dei casi si tratta di violenze perpetrate dal partner o, nel 24% dei casi, dall’ex-partner. Le denunce sono state in totale 391, i procedimenti di ammonimento 84.

“La violenza domestica – ha spiegato Annamaria Maggio, prima dirigente della Divisione anticrimine della Polizia di Stato a Trento– non è questione privata. È un problema di tutti noi, cittadini e appartenenti ad una società civile, mariti, padri, colleghi, compagni di scuola, amici, conoscenti. Noi tutti abbiamo il dovere di intervenire. È un problema che da sole le forze dell’ordine e la magistratura non sono in grado di risolvere. Arrivano quando la situazione è già degenerata: spesso arrivano un minuto prima, talvolta anche un minuto dopo. Gli episodi di violenza denunciati sono circa il 7/8%: la maggior parte del fenomeno è sommersa, e dobbiamo intervenire a livello culturale proprio qui. È un fatto trasversale alla società che riguarda professionisti, commercianti, operai… L’alternativa è tollerare e accettare che i giornali pubblichino episodi di violenza. Nelle classi dove andiamo a fare sensibilizzazioni emergono almeno uno o due episodi di violenza che riguardano i ragazzi e le loro famiglie”.

Anche Paola Maria Taufer, presidente della Commissione provinciale pari opportunità, ha affermato l’importanza della campagna di formazione e informazione portata avanti: “Oggi stiamo parlando di abbandonare la logica dell’indifferenza – ha detto – per fare rete contro un fenomeno terribile. Oggi parliamo dell’importanza di ascoltare gli altri: dobbiamo osservare e dobbiamo andare oltre quel neo-individualismo che spinge molte persone a guardare esclusivamente a noi stessi, al nostro piccolo orto. Dobbiamo andare invece avanti e prevenire tutte le forme di violenza, osservare e non rimanere indifferenti. Una campagna come #sicurezzavera che forma le persone in questo è fondamentale. Questi sono veramente i progetti che fanno la differenza”.

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