La SOSAT in concerto per l’amico Luca Gretter. Venerdì 29 aprile a Pergine

Cantare è stare spalla a spalla, condividere voce e umanità: per questo, quando un corista viene a mancare, non è solo una voce a spegnersi: il silenzio si dilata fino a toccare le corde intime dell’amicizia. Questo è lo spirito che animerà il concerto del Coro della Sosat in programma per venerdì 29 aprile alle 20.45 al teatro Comunale di Pergine Valsugana a ricordo di Luca Gretter.

L’evento è organizzato in collaborazione con l’amministrazione del Comune di Pergine, la Cassa Rurale Alta Valsugana e il Dopolavoro Ferroviario. Luca Gretter era un corista sosatino scomparso il 5 dicembre 2019: cantava nella sezione di baritoni e se ne è andato improvvisamente a soli 43 anni. Un corista appassionato e che aveva nel Coro la sua seconda famiglia, dove cantava da ben 22 anni. Era entrato nella formazione, cui si deve la nascita della coralità alpina, nel 1997. “Nei nostri concerti- dice il maestro del Coro Roberto Garniga – l’impegno e la concentrazione sono sempre al massimo, nel concerto che dedicheremo a Luca l’emozione sarà più forte. A più di due anni dalla sua dipartita è maturato solo adesso, che forse stiamo uscendo dalla pandemia, il momento per ricordarlo, come sappiamo fare noi, cantando in suo onore”.

Già nel concerto di Natale del 2019, Luca, da pochi giorni scomparso era idealmente fra i coristi, con il suo classico cappello appoggiato su di una sedia, mentre diretti da Garniga cantavano una della canzoni simbolo del repertorio sosatino: “L’ultima alba”, armonizzata dallo stesso Garniga con i testi del presidente Zanotti. La pandemia ha fermato tutto e pure l’attività dei coristi sosatini, ma la volontà di ricordare uno dei membri della famiglia, andatosene troppo presto è un gesto intimamente sentito. Andrea Zanotti presidente del Coro della Sosat dice “Luca è stato un compagno di strada ed un cantore allegro e generoso. La notizia della sua scomparsa fu davvero un fulmine a ciel sereno, una botta improvvisa che ci ha lasciati attoniti e senza parole. Ancora adesso il pensiero della sua morte così prematura incarna il male che insidia le nostre vite; quel male in agguato rappresentato, nel repertorio del canto di montagna dal lupo nel brano “La pastora”, pronto a saltar fuori nero, nero dal bosco e a mangiarsi il più bel capretto che la pastora aveva”.

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