Trento torna capitale internazionale del cinema e delle culture di montagna: parte il Trento Film Festival numero 70

Trento capitale internazionale del cinema e delle culture di montagna, di nuovo in presenza dal 29 aprile all’8 maggio con un ricco calendario di proiezioni cinematografiche, incontri letterari, trekking urbani, appuntamenti a tema scientifico e attività per famiglie

Un patrimonio della città, che eleva verso l’alto ed è sempre proiettato verso il futuro. Da 70 anni il Trento Film Festival “scala” e si confronta con le tematiche della contemporaneità, affrontando difficoltà imprevedibili come la pandemia, che non ha però bloccato l’impegno e il lavoro dello staff né spento le luci della rassegna cinematografica.

Per questa edizione speciale, che dal 29 aprile all’8 maggio offre più di 120 film con 27 anteprime mondiali, 13 internazionali e 37 italiane, e 150 eventi nei cinema e in tanti luoghi, il “Trento Film Festival-Montagne e Culture” torna in presenza, pronto a regalare una festa che si riappropria del suo pubblico e anche di numerosi spazi – ben 35 le location -, riassaporando l’abbraccio della città con l’augurio del presidente Mauro Leveghi di “tornare a costruire futuro”. Insieme a lui lo hanno raccontato la direttrice Luana Bisesti e il responsabile del programma cinematografico Sergio Fant durante la presentazione svoltasi nella mattinata di martedì 26 aprile, a palazzo Geremia, introdotta dalla sigla di apertura, che accompagnerà ogni evento, con frammenti di Mario Fantin, regista e operatore bolognese, alpinista ed esploratore, al quale il Festival rende omaggio con una selezione dei suoi film recentemente restaurati, una mostra e il documentario “Il mondo in camera” di Mauro Bartoli.

In questi due anni “in salita”, la rassegna ha mantenuto lo sguardo “verticale”, continuando a camminare in uno spazio tra fondovalle e vette generatore di sperimentazioni, dall’intuizione iniziale fino ad oggi, arrivando a celebrare una storia lunga 70 anni. E “nell’andare in alto si va lontano, nel cosmo, nel futuro”, ha commentato il sindaco Franco Ianeselli, ribadendo la ricchezza di questo patrimonio legato alla storia di Trento, città urbana e alpina. “Nato in un territorio piccolo e isolato, ha attecchito bene diventando plurale, andando incontro ai gusti del pubblico – ha detto Mauro Leveghi -. Il Festival ha contribuito alla crescita della cultura di montagna in generale, una finestra sul mondo, gli occhi di uomini e donne che hanno scalato il mondo: 70 anni di futuro”.

Molte le iniziative ricordate da Luana Bisesti per festeggiare il 70esimo compleanno a partire dalla serata con Reinhold Messner che torna per narrare le storie di grandi imprese alpinistiche che continuano a ispirare le nuove generazioni (30 aprile, alle 21, all’Auditorium Santa Chiara), al podcast prodotto da “oSuonoMio” “La montagna invisibile”, raccontata in nove puntate dalle voci di Reinhold Messner, Nives Meroi, Mauro Corona, Paolo Cognetti e molti altri.

Tra le 9 mostre in programma, “Scalare il tempo. 70 anni di TrentoFilmFestival” è stata inaugurata il 22 aprile nella Galleria Bianca, a Piedicastello, un viaggio attraverso le atmosfere, le voci e le pellicole di una rassegna che, nata nel 1952, è cresciuta insieme alla città di Trento. Curata della Fondazione Museo storico del Trentino e dal Trento Film Festival, rimarrà aperta fino al 29 gennaio 2023. L’anima letteraria del TFF si arricchisce poi di un’appendice: la Mostra-Mercato internazionale delle librerie antiquarie di montagna: venerdì 29 e sabato 30 aprile, nel Chiostro degli Agostiniani, in vicolo S. Marco, 1, si potranno sfogliare, consultare e acquistare antichi libri di montagna, cartoline, fotografie, stampe e incisioni, direttamente dai più noti antiquari europei.

Quest’anno MontagnaLibri compie 36 anni e la vetrina internazionale dedicata all’editoria torna nella sua tradizionale sede di piazza Fiera con un ricco programma di presentazioni e incontri con autrici e autori. Il TFF è anche a misura di bimbi/e e il giardino del Muse ospiterà decine di appuntamenti, laboratori e attività dedicate alle famiglie nell’ambito del T4Future e dello storico Parco dei Mestieri con laboratori creativi, presentazioni di libri, percorsi sensoriali, spettacoli e proiezioni al cinema.

Sergio Fant ha poi annunciato che il n.17 di FilmTv (settimanale italiano di cinema, televisione, musica e spettacolo, ndr), in edicola il 27 aprile, ha la copertina dedicata al Festival – la locandina di “Fire of Love”, film d’avventura in concorso, poetico e visivamente stupefacente di Sara Dosa su una coppia di vulcanologi, Katia e Maurice Krafft -, e all’interno i lettori troveranno un’intervista a Sergio Fant e un articolo di Luc Moullet, “Nécessité de Trento” (Cahiers du cinéma, n.153, marzo 1964), sul rapporto tra cinema e montagna. Omaggiato dal TFF per i suoi film sulle Alpi, il cineasta francese torna a Trento a 60 anni dalla sua prima visita e dallo storico articolo, scritto con lungimiranza su Trento come luogo ideale per vedere film di montagna e guardare le cime dalla città, testo tradotto che spettatori e spettatrici troveranno in regalo alle proiezioni a lui dedicate.

L’anteprima mondiale della versione restaurata di “Italia K2“, diretto dal regista trentino Marcello Baldi (Italia, 1954, 95′), realizzato dalla Cineteca di Bologna in collaborazione con il Centro di Cinematografia e Cineteca del Cai, inaugura le serate evento del Festival venerdì 29 aprile, alle 21, al Teatro Sociale, con il racconto introduttivo di Marco Albino Ferrari “K2, dietro le quinte” e gli interventi di Gian Luca Farinelli, direttore della Cineteca di Bologna, e di Vincenzo Torti, presidente generale del Cai, e sarà preceduta da una sorpresa: un filmato amatoriale inedito del ritorno della spedizione italiana a Karachi.

Tra i cortometraggi in concorso ci sono anche due titoli italiani in anteprima mondiale, entrambi riflessioni sulla montagna al tempo del Covid: “Alpinestate”, di Michele Trentini, sul nostro rapporto mediato e artefatto con il paesaggio alpino e la natura, e “Two headed mountain”, di Jacopo Marzi, sulle città di Breuil-Cervinia in Italia e Zermatt in Svizzera, tradizionalmente legate dagli sport invernali, divise dalla pandemia. La sezione Muse.Doc, curata in collaborazione con il Muse-Museo delle Scienze, ospita i migliori documentari sull’antropocene e il cambiamento climatico, quest’anno si è ampliata con Muse Doc+, altri titoli compresi nel programma, dal Concorso alle sezioni parallele, che contribuiscono alla riflessione sul tema. Inoltre, il programma speciale “Destinazione… Futuro” offre un percorso attraverso 7 decenni di storia del festival per immaginare col cinema di fantascienza il futuro del pianeta.

Nella sezione “Orizzonti vicini“, dedicata agli autori, produzioni, storie e protagonisti dal Trentino-Alto Adige, in collaborazione con Trentino Film Commission, ci sarà anche un omaggio al Cinema Astra, con il documentario in anteprima mondiale “Astra, un cinema fatto in casa” (Italia, 2022, 31′), di Andrea Tombini, Diego Busacca e Paolo Piffer, realizzato in tempi record con le immagini della demolizione di alcune settimane fa, un ritratto commovente della sala che ospitò la prima edizione del Festival cinematografico internazionale della montagna.

A chi domanda se ci sarà ancora lo streaming, che nei due anni di pandemia ha permesso di far conoscere ancor di più il marchio della rassegna in tutta Italia, verranno presto annunciate novità, una piattaforma accessibile tutto l’anno, ma quest’anno il Festival sarà in presenza. “L’online non aiuta la rassegna e la città – ha risposto Fant -, vogliamo portare le persone nelle sale e a frequentare gli eventi in presenza: compito del Festival è anche contribuire a tenere aperte le sale cinematografiche e i luoghi vitali del centro storico”. Poi ha annunciato in anteprima un progetto in fase di sviluppo, che partirà con la prossima edizione, in collaborazione con Pordenone Docs Fest, per mettere a disposizione competenze e professionalità e sostenere le produzioni del Triveneto nella fase finale della lavorazione. In conclusione, Leveghi ha ricordato che nel quartiere di San Giuseppe, sulla parete della sede circoscrizionale, sarà inaugurato un murales dedicato a Cesare Maestri e verrà posta una targa sulla casa dove ha abitato in gioventù, un omaggio al “figlio di questa città, socio onorario del Festival, sempre protagonista”.

Tra le proiezioni speciali, in solidarietà all’Ucraina e al suo popolo da segnalare “This Rain Will Never Stop” (Ucraina, Lettonia, Germania, Qatar, 2020, 100′), documentario di Alina Gorlova, in collaborazione con Pordenone Docs Fest, che ha recentemente assegnato alla regista ucraina il premio Images of Courage 2022. Un viaggio umano potente e visivamente impressionante attraverso il ciclo infinito della guerra e della pace: dalla guerra civile siriana ai conflitti in Ucraina, l’esistenza del ventenne Andriy Suleyman è incorniciata dal flusso apparentemente eterno della vita e della morte (3 maggio, 18.45, Multisala Modena, Sala 2).

Info biglietti e abbonamenti su trentofestival.it/edizione-2022/info/condizioni-di-ingresso.

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