Pollini ed encefalite da zecca, una ricerca della Fondazione Mach sottolinea la correlazione

La Fondazione Mach sottolinea la connessione tra pollini e casi di encefalite da zecca

La quantità di pollini dispersa nell’aria potrà contribuire a prevedere l’incidenza di casi umani di encefalite virale (TBE): questo quanto emerge da una ricerca condotta dalla Fondazione Edmund Mach, secondo la quale la quantità di polline di alcune specie di alberi è connessa ai casi di TBE osservati due anni dopo.

Il 2022 potrebbe rivelarsi un anno di circolazione del virus particolarmente intensa, perché nel 2020 si sono registrate quantità di polline molto elevate, misurate dalle stazioni di monitoraggio aerobiologico. I pollini a cui fare attenzione sono in particolare quelli di faggio, carpino nero e quercia.

Le analisi sono state svolte dalle Unità di Ecologia Applicata e Unità di Botanica Ambientale del Centro Ricerca e Innovazione della FEM.

La correlazione tra quantità di polline e picco demografico dei roditori

La quantità di polline in aria è, infatti, un indicatore della produzione di semi da parte delle piante, che rappresentano una risorsa di cibo molto importante per alcuni roditori selvatici ampiamente diffusi nei boschi trentini, quali il topo selvatico dal collo giallo (Apodemus flavicollis) o l’arvicola rossastra (Myodes glareolus). Quando questa risorsa di cibo è abbondante, le popolazioni di roditori selvatici presentano un picco demografico significativo l’anno successivo, anche detto “anno di pasciona”, che a sua volta andrà ad amplificare la circolazione dei patogeni tra gli stadi giovanili di zecca.

Zecche in circolazione da marzo, a maggio il picco

E’ già rilevabile dal mese di marzo la presenza nei boschi delle zecche (Ixodes ricinus) che raggiunge il suo picco tra la fine di maggio e la prima metà di giugno. Questa specie è diffusa in tutti gli ambienti forestali dal fondovalle fino ai 1200 m s.l.m. e può trasmettere pericolose malattie, tra cui l’encefalite virale (TBE), la Malattia di Lyme e la rickettsiosi.

La prevenzione

Prevenire la puntura di zecca è l’arma più efficiente per controllare queste gravi malattie. E’ necessario innanzitutto monitorare il loro ciclo di sviluppo e conoscere bene le aree dove si sviluppano, le cause che portano ad un loro aumento ed i microorganismi che trasmettono. Al fine di limitare la diffusione delle patologie provocate dalle punture di zecche è molto importante il controllo cutaneo e sugli indumenti, specie dopo un’escursione o passeggiata negli ambienti ad alta concentrazione.

I monitoraggi FEM per creare mappe di rischio aggiornate

Accanto ai controlli individuali, tuttavia, risulta cruciale il monitoraggio della diffusione della specie sul territorio, attività che la Fondazione Mach effettua stagionalmente sia in ambiente sia su altri animali che ne sono vettori, come i roditori selvatici che hanno un ruolo chiave nel mantenimento e nella trasmissione dei patogeni di questi parassiti. A completamento di tale attività si inserisce lo screening molecolare mirato a verificare nelle zecche la prevalenza di infezione di specifici patogeni (Borrelia sp, Rickettsia sp e Babesia sp, virus dell’Encefalite). I dati raccolti sono quindi utilizzati per lo sviluppo di modelli matematici e mappe di rischio aggiornate.

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