Predazzo, in paese trenta profughi ucraini accolti dal Noi. “Guardiamo oltre l’emergenza”

La bella giornata di qualche settimana fa, trascorsa sulla neve a Gardonè

Sono state le lavoratrici di nazionalità ucraìna, presenti da tempo in paese, a proporre l’accoglienza di profughi tramite le loro conoscenze costruite negli anni nella comunità.

E così già da due mesi Predazzo ospita un gruppo di donne ucraine con figlie e figli al seguito con un’età compresa tra i 4 mesi e i 15 anni. Circa una trentina di persone, una parte delle quali è accolta presso la casa parrocchiale “Maria Immacolata” e una parte in casa delle persone anziane presso le quali lavorano proprio quelle lavoratrici.

I più piccoli stanno frequentando l’asilo e le scuole elementari, mentre quelli delle scuole medie seguono le lezioni a distanza dei loro insegnanti ucraini. Si sono fatti carico di organizzare l’accoglienza, l’associazione “NOI” in collaborazione con il comitato che gestisce la casa “Maria Immacolata” sostenuti dall’Amministrazione comunale. “Abbiamo subito pensato che il metodo più efficace per aiutare queste persone era la raccolta fondi”, spiega Alessandro Felicetti presidente di “NOI”. “Così il denaro ricavato è completamente a disposizione degli ucraini per le necessità quotidiane e spese impreviste”.

Una trentina gli ucraini, donne, bambini e ragazzi, accolti a Predazzo dal NOI

Ogni donna infatti può usare una tessera della Coop, ricaricata dall’associazione, con cui provvede agli acquisti quotidiani di vario genere. Invece per quanto riguarda l’assistenza sanitaria “sono già state effettuate delle visite pediatriche e alcune presso i medici di famiglia – dice Cristina Pederiva segretaria di “NOI” – mentre per acquisti presso la farmacia, questi vengono fatturati direttamente all’associazione”.

Tamponato il bisogno immediato e urgente, è importante dedicarsi ad un’accoglienza più mirata. Quella che permette di costruire un quotidiano, una situazione normale in cui si supera anche l’ostacolo della lingua. “Abbiamo organizzato il 3 aprile scorso una giornata sulla neve a Gardonè con pranzo al ristorante al Passo Feudo – racconta il presidente – il giorno prima aveva nevicato e abbiamo visto negli occhi di queste persone, e soprattutto dei giovani, la gioia di potersi divertire semplicemente, mettendo da parte i brutti pensieri. Una giornata spensierata che ha lasciato un segno profondo anche a noi”.

La generosità della popolazione e delle aziende locali verso queste persone in fuga dalla guerra, è stata subito immediata e grande, sia in termini di denaro, di aiuto materiale e di servizi resi gratuitamente. Purtroppo non si sa quanto ancora durerà la guerra in Ucraina, ma “NOI” è presente e attenta ai bisogni di queste persone. Perciò la comunità può contribuire alla raccolta fondi, che è ancora attiva usando il conto corrente dell’associazione o in busta chiusa da consegnare presso la canonica, e può anche suggerire eventuali disponibilità di appartamenti per ricollocare, solo per il periodo estivo, il gruppo ospitato presso “Maria Immacolata”.

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