Al rifugio Fos-Ce sul Baldo la “prima” di Ingrid e René Gasperi

René e Ingrid Gasperi, 25 e 27 anni. “La passione per le vette ce l’ha trasmessa mamma Lorena fin da piccoli”

Le “sbrandate” alle prime luci dell’alba per andare in montagna – perché in montagna si va presto – restano appiccicate ai bambini, strappati dal cuscino con gli occhi carichi di sonno. Il tempo nei più purifica i ricordi e nella stanza della memoria restano i profumi, i colori e le risate delle giornate passate sui sentieri. “A noi la passione per le vette l’ha trasmessa sin da piccoli mamma Lorena”, spiegano René e Ingrid, 25 e 27 anni. Segni particolari: i Gasperi sono fratello e sorella. Ma più che i vincoli di sangue – ammettono con ironia che si stanno cordialmente sulle scatole – ad unirli è stato il progetto di prendere in gestione un rifugio. Un sogno che si è realizzato pochi giorni fa, quando hanno aperto le porte del Fos-Ce, il rifugio sul Baldo che si trova pochi chilometri dopo passo San Valentino, direzione “Graziani”. Ok, non avrà il fascino dell’ambiente dolomitico ed è raggiungibile – esclusi i mesi invernali – in macchina, ma questa piccola struttura “è perfetta per una prima esperienza”, spiegano i due rivani.

René, studi all’alberghiero di Varone, è uno chef che si è fatto le ossa dai 17 anni in su nelle ruvide cucine dei rifugi. Ed ha avuto un professore d’eccezione: quel Danny Zampiccoli che sull’Altissimo ha creato una vera tribù prima di trasferirsi al Lausen, in Lessinia. “Da lui ho ricevuto passione e competenza”, ammette René. Tanto “Damiano Chiesa”, ma non solo: Telegrafo (sempre sul Baldo, tratto veneto), Passo Principe in val di Fassa, un’esperienza anche in valle d’Aosta e naturalmente il Lausen, seguendo il suo mentore. Se René non armeggia tra mestoli e pentole, lo vedete con la palla da basket: 196 centimetri, una mano educata anche nel tiro da tre punti, nel Valle di Cavedine fa a spallate nel pitturato in Promozione, anche se fisico e altezza in categorie superiori sarebbero quasi da ala grande. Di Ingrid abbiamo già parlato su queste pagine nei mesi scorsi: laurea magistrale in Gestione del territorio a Sociologia, per un anno ha fatto il servizio civile in Comune ad Arco, scoprendo tutti i segreti del ciclo dei rifiuti. Poteva scegliere tra un lavoro in ufficio e la montagna. Sappiamo com’è andata a finire.

Il rifugio Fos-Ce sul Monte Baldo

Il bando della Sat di Brentonico per il Fos-Ce ha permesso di realizzare il loro sogno. E il fatto di essere fratello e sorella non li spaventa: “Siamo profondamente diversi e quindi complementari”, spiega Ingrid. I patti sono chiari: René è il sovrano della cucina (e della manutenzione, ché in rifugio si deve saper fare tutto), Ingrid spopola in sala e si occupa di tutta la parte burocratico-amministrativa. La cucina sarà quella della tradizione trentina (“Il pane dei canederli deve essere rigorosamente a dadetti, lo strudel con la pasta matta”, l’irremovibile posizione di René) con qualche divagazione, tipo la “torta di polenta”. Ingrid non poteva non portare le sue competenze e sensibilità in materia di rifiuti: “Via tutti i cestini dalla zona del rifugio, ora sono tutti interni: voglio avere il controllo di quello che gli ospiti buttano e differenziarlo”, spiega. Poi, la logica dovrebbe essere quella della montagna: i rifiuti si portano a casa. Ai tavoli solo bottiglie in vetro a rendere, “qualche piccola concessione alla plastica per i passanti che chiedono una bottiglia d’acqua – continua – non mi sento in dovere di fare i miracoli, ma il possibile sì”.

L’idea è far sì che il rifugio sia a servizio dei passanti, ma anche un punto di riferimento per una comunità: “Il cliente che arriva deve sentirsi a casa, ma anche sapere che qui troverà le porte spalancate tutto l’anno”, spiegano i gestori. Già, perché il rifugio sarà aperto dodici mesi, anche in inverno quindi, quando sarà raggiungibile solo a piedi.

Le idee sono tante e forse non tutte realizzabili. Però Ingrid e René vorrebbero collaborare con il Parco del Baldo, il Museo Civico di Rovereto, organizzando eventi e concerti nello scenario del Fos-Ce. Un filo conduttore ancora non c’è – “è ancora presto” – ma l’entusiasmo e l’energia per offrire qualcosa di diverso non mancano. Per essere aggiornati, basta seguire le pagine social del Rifugio Baita Fos-Ce. Ad accogliere gli ospiti non ci saranno solo il sorriso dei gestori, ma anche le scodinzolate di Piuma, l’amica a quattro zampe.

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