A Trento il ricordo “attivo” di Gino Strada

Le persone si salvano così, una alla volta. Senza l’illusione di salvare il mondo intero, ma senza rinunciare, cedendo alla tentazione di pensare che sia uno sforzo inutile o impossibile. Gino Strada (1948-2021) è sempre stato in prima linea, portavoce di una cultura di pace, solidarietà e rispetto dei diritti umani lì dove le guerre ne sono la negazione e il prezzo più alto è pagato dai civili, in particolare dai bambini, mutilati e uccisi dalle mine anti-uomo fabbricate anche in Italia. Nella serata di lunedì 30 maggio, la badia di San Lorenzo, a Trento, ha ospitato la presentazione del libro postumo, uscito in marzo, del “dottor Gino”, “Una persona alla volta” (Feltrinelli, pp.176, 2022), a cura di Simonetta Gola, moglie e responsabile della comunicazione di Emergency.

Lo hanno ricordato Rossella Miccio, presidente di Emergency, in dialogo con il direttore de l’Adige Alberto Faustini, il sindaco Franco Ianeselli e il Vescovo Lauro Tisi, accompagnati dalle letture di brani di Maura Pettorruso. La partecipata serata è stata “introdotta” da un pezzo di stoffa bianca ricevuto in dono, lo “straccio di pace”, segno simbolico per esprimere il rifiuto della guerra e di ogni violenza, e da Arianna Bazzanella, volontaria del Gruppo Emergency di Trento che ha organizzato l’incontro grazie alla collaborazione dei frati del tempio civico: “luogo di incontro di strade diverse che si ritrovano nella dignità dell’essere umano”.

Strada considerava le guerre sono “uccisione volontaria di esseri umani, un crimine, espressione di stupidità umana”, e credeva fermamente nell’impegno personale di ognuno nel ripudiarle, agendo al tempo stesso per garantire il diritto universale alle cure, gratuito, per tutti senza discriminazioni. La sua preziosa eredità è stata raccolta dai 150 gruppi sparsi in Italia, circa 2000 volontari e volontarie, vero pilastro e ambasciatori dell’associazione nel mondo. Un “progetto condiviso”, l’ha definito Miccio, che porta avanti la testimonianza del suo fondatore, sempre a favore dei diritti come unico antidoto ai conflitti e alle violenze dell’uomo sull’uomo, e oggi è presente anche a Balti, in Moldavia, a sostegno di chi fugge dalla guerra in Ucraina: “Gino urlerebbe che la guerra va fermata, le sue strigliate ci mancano, la sua era una pazzia contagiosa”.

“La bellezza e l’attualità di Gino sta nel fatto che le azioni vengono prima delle parole – ha detto monsignor Tisi -: oggi le parole non sono abitate dalla vita e dopo tre mesi da quando è iniziata la guerra in Ucraina, siamo già stufi, abbiamo già dimenticato la drammaticità delle fosse comuni e degli stupri. Questa non è una biografia, non c’è l’io, la narrazione di sé: Gino ci ha parlato di vita. Era considerato un uomo spigoloso: meno male! Uomini politicamente corretti salvano il mondo a chiacchiere, non disturbano mai. Chi entra nel gioco della vita, si mette in discussione. Diceva che la fame è politica, non è una malattia, la guerra è espressione della stupidità umana: il rischio è che ci si concentri solo su di una, mentre ce ne sono tante. In un mondo che non conosce il “tutti”, ed è fermo sull’uscio di casa, agiva per garantire il diritto alle cure per tutti. Grandi uomini ispirano persone che scelgono di vivere per gli altri: il popolo di Emergency. Siamo in un tempio civico, casa per credenti e non credenti: sul terreno dell’umano possiamo riscoprirci fratelli e capire che la guerra è stupidità al quadrato“.

Il sindaco Franco Ianeselli ha ricordato il carisma di Strada, il saper tenere insieme il mestiere di medico e l’impegno politico, e la mozione approvata a fine aprile dal Consiglio comunale per intitolare a Gino Strada e Teresa Sarti (prima moglie, ndr), co-fondatrice di Emergency, uno spazio all’interno dell’Ospedale Santa Chiara di Trento, in virtù del loro impegno “determinante per curare e salvare persone indifese e vittime di conflitti e violenze, e la pratica di azioni concrete, esempio di vita da trasmettere a tutti a partire dalle nuove generazioni”.

Rossella Miccio ha lavorato a fianco di Gino per più di 20 anni, e ricordandone la trasparenza e l’entusiasmo, ha confermato che con lui l’impossibile diventava possibile – “Se serve si può fare” -, e così da un anno in Uganda è attivo il Centro pediatrico d’eccellenza di Entebbe realizzato da Renzo Piano e, dopo averne visto la fattibilità, i ministri di altri 12 Paesi africani vogliono replicarlo.

L’incontro si è significativamente concluso con le parole di Strada, interpretate da Pettoruso, partendo dall’articolo 1 della Dichiarazione universale dei diritti umani: “Nel 2020, 2mila miliardi sono stati usati per le spese militari: non è una questione di risorse che mancano, ma di scelte. Non è solo una questione etica, ma politica. La miglior prevenzione delle guerre è garantire i diritti inalienabili, non è mai troppo tardi per far sentire la nostra voce di cittadini del mondo”.

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