Un servizio di trasporto pubblico per “svuotare” Predazzo dalle auto?

Predazzo

Come sarebbe Predazzo con un servizio di trasporto pubblico urbano? Perché non collegare le frazioni con il centro abitato? Come si potrebbe eliminare il pendolarismo di molti lavoratori verso Ziano e Moena? Sono alcune domande che Michele Dellagiacoma Caretìn si è posto durante il periodo della pandemia pensando al suo paese natìo. Lui abita a Bolzano e tutti i giorni prende l’autobus e si reca al lavoro ad Ortisei che “è un paese grande come Predazzo e posizionato in una conca, ed è servito da un trasporto pubblico locale capillare, utilizzato dai residenti e dai numerosi turisti – spiega Michele – con un ritorno di immagine e un miglioramento della qualità della vita”.

A partire dalla sua esperienza quotidiana ha immaginato un piano per un servizio di trasporto pubblico locale “il quale innanzitutto servirebbe ai predazzani per spostarsi agevolmente all’interno del paese, inoltre – prosegue Michele – permetterebbe il collegamento con le frazioni di Bellamonte, Paneveggio e Mezzavalle e infine sarebbe utilizzato anche dai turisti”.

Non a caso questa idea l’ha chiamata “Pardàcity bus”. Infatti alla base vi è una visione che pone al primo posto la comunità, ovvero unire tutti i predazzani, e in secondo luogo l’autobus, che si sposta all’interno del paese, può rappresentare una sorta di vetrina mobile perché “il mezzo toccherebbe le attività commerciali della borgata e i numerosi punti culturali, sportivi, storici, naturalistici del nostro paese e delle frazioni – chiarisce Dellagiacoma – così da far conoscere il territorio a chi viene a visitarlo, ma anche a chi ci abita che spesso – chiosa Michele – non conosce”. Inoltre, un’ulteriore linea extraurbana verso Ziano e Moena, potrebbe farsi carico dei pendolari che lavorano nelle zone industriali e dei turisti per portarli nelle destinazioni più belle del circondario.

Michele Dellagiacoma Caretìn

Naturalmente questa proposta deve convincere la popolazione, e il turista, a lasciare l’auto a casa, cosa non immediata né semplice ma “bisogna cominciare a proporlo, illustrando come verrebbe impostato il servizio ovvero – racconta Michele – con numerose fermate, corse frequenti e con tempi ristretti di attesa, a basso costo, con un abbonamento. Con autobus sanificati con tecnologie di sterilizzazione dell’aria senza sostanze nocive per la salute, con posti per disabili e spazi per carrozzine e – conclude Michele – alimentati a metano o elettrici”.

Dall’amministrazione comunale di Predazzo “ho avuto disponibilità ad ascoltarmi e c’è stata una condivisione di intenti – riferisce Michele – perché questa idea potrebbe essere pronta per le Olimpiadi 2026, ma è un progetto per il futuro, per le nuove generazioni soprattutto”. Proprio per questo motivo, grazie all’associazione Transdolomites di cui Michele è socio e alla quale si appoggia per sviluppare la sua idea, c’è l’intenzione di creare iniziative allo scopo di divulgazione nelle scuole e sensibilizzare i giovani a modelli di vita sostenibili. Anche gli abitanti sono invitati a collaborare e si sta valutando anche la possibilità di condividere il progetto con le imprese del territorio.

La realtà dell’impennata del costo dei carburanti, l’aumento dell’inquinamento dell’aria e l’occupazione di ogni spazio da parte delle auto, ci pongono davanti alla scelta di un cambiamento nel modo di muoverci, che può avvenire anche con una scelta individuale responsabile.

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