Pentecoste, l’arcivescovo Tisi: “Passiamo dalla morte alla vita amando i fratelli”

L’arcivescovo Tisi in Duomo per la Pentecoste

Possiamo passare dalla morte alla vita amando i fratelli“. Queste le parole dell’arcivescovo Lauro Tisi nel Duomo di Trento in occasione della Pentecoste, domenica 5 giugno.

“Nell’era delle estenuanti diagnosi sui mali che affliggono il mondo e la Chiesa – ha detto monsignor Tisi -, la notizia è sensazionale: abbiamo la possibilità di cambiare il mondo e la storia, immettendo in essa la concretezza della nostra vita nientemeno che la Pasqua del Signore”.

Le parole fanno eco a quanto anticipato sabato nella veglia di preghiera animata da Movimenti e associazioni ecclesiali e accompagnata dal coro liturgico Beato Rosmini di Rovereto.

Una giornata importante, quella di domenica 5 giugno, anche perché sono ammessi alla preparazione diagonale Antonio Caproni della parrocchia di San Marco in Rovereto ed Ettore Barion della parrocchia di Sant’Andrea in Torbole.

“Cari Antonio ed Ettore – ha detto loro don Lauro -, mentre oggi chiedete di essere ammessi all’ordine del diaconato, vi ringrazio per l’entusiasmo e la gioia che vi abitano”.

Poco prima, infatti, don Lauro si era lamentato della “rassegnazione che ci abita, il continuo lamento sui mali che ci affliggono, la mancanza di speranza in cui ci muoviamo”, che “documentano nero su bianco la nostra resistenza allo Spirito Santo”. “Lo dico con schiettezza: il continuo rimpianto per il passato, l’incapacità di vedere il positivo e l’ossessiva denuncia dei mali che ci affliggono, le continue polemiche volte a dare o a negare la patente di ortodossia a questo o a quello, altro non è che ‘finire nel segno della carne'”.

È il Vangelo, ha detto monsignor Tisi rivolgendosi ai due nuovi diaconi, a essere “la bussola della vostra vita”. “Lo attesta in modo inequivocabile – ha aggiunto – la scelta fatta con le vostre mogli di allargare le vostre famiglie per accogliere diversi ragazzi e giovani segnati dalla disabilità, dall’abbandono, dalla sofferenza. Passione per il Vangelo che vi ha portati a servire i poveri in Brasile, Romania, Ghana. Mentre vi affido alla preghiera della Chiesa diocesana per il vostro futuro ministero diaconale, ad essa consegno la vostra testimonianza, perché ritorni a prendere il largo, fidandosi della forza travolgente dello Spirito Santo, per poter assaporare la freschezza del Vangelo”.

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