Il SOS Feriendorf apre le porte a un gruppo di bambini e ragazzi ucraini

Il gruppo dall’Ucraina è stato accolto tra il 20 e il 30 giugno al SOS Feriendorf di Caldonazzo

Sulla spiaggia che costeggia il lago di Caldonazzo, un gruppo di mamme e nonne ucraine intona la canzone “Chornobryvtsi” (la parola in ucraino indica il tagete). La canzone, come spiega Oleksandra Kalapach, interprete del gruppo, racconta una storia di emigrazione: un giovane arrivato negli Stati Uniti si ricorda gli insegnamenti della madre proprio mentre pianta questi fiori estivi.

Le signore hanno intonato questa canzone per ringraziare le persone che hanno permesso la realizzazione del campo estivo che, tra il 20 e il 30 giugno, ha accolto al Villaggio SOS Feriendorf di Caldonazzo 28 bambini e ragazzi ucraini da Uman’ assieme alle loro 14 accompagnatrici.

Tutto nasce da una raccolta fondi portata avanti da Itas Solidale Onlus per l’Ucraina. “L’adesione tra i nostri dipendenti e agenti è stata molto alta – spiega Chiara Maule, che ha seguito il progetto – perché insieme abbiamo raccolto circa 20 mila euro. Con il contributo di Itas siamo riusciti a raggiungere un fondo di 40 mila euro”:

Itas Solidale Onlus ha contattato quindi l’associazione culturale degli ucraini in Trentino Rasom. “Assieme – prosegue Maule – abbiamo deciso di donare a un gruppo di bambini e ragazzi che hanno vissuto dei momenti terribili, e in alcuni casi perso i genitori, un momento di serenità e di vacanza per poter tornare a essere bambini e ragazzi in un contesto normale”.

Il contatto con Uman’, cittadina nel cuore dell’Ucraina, è stato attivato da Rasom con l’aiuto della fondazione Hope Ukraine. “Nel gruppo – spiega Stefania Shmits, presidente di Rasom – ci sono ragazzi che hanno perso i genitori durante gli otto anni di guerra ma anche negli ultimi mesi. Ci sono poi dei bambini che sono stati trasferiti a Uman’ mentre scappavano da città come Mariupol e Kharkiv”.

Quando andiamo a Caldonazzo, giovedì 23 giugno, Shimts è tornata da poco da un viaggio in Ucraina. “Anche se Uman’ è una città relativamente tranquilla – dice – anche da lì si sentono ogni giorno i missili. È da quattro mesi che si vive ogni giorno con un’angoscia che fa soffocare. Per questo sono ancora più commossa nel vedere i ragazzi così felici. Hanno viaggiato per quasi 50 ore, con una piccola sosta a Budapest, dove hanno trovato degli amici che gli hanno fatto visitare la città. La spiaggia del SOS Feriendorf, poi, è un posto speciale e magico. Dopo dieci minuti che arrivi ti senti in pace totale”.

Il gruppo di 28 bambini e ragazzi da Uman’ con le loro accompagnatrici accolti al SOS Feriendorf di Caldonazzo

Per tutta la durata del campeggio, i ragazzi sono stati alloggiati nella sede del SOS Feriendorf di via Monterovere, a Caldonazzo. “Partecipano alle attività e ai giochi curati dalla cooperativa Geco insieme alle famiglie ucraine che abbiamo ospitato nell’ambito di un altro progetto – spiega Carmen Eberle, direttrice del SOS Feriendorf di Caldonazzo -; un’iniziativa realizzata sempre in collaborazione con Rasom, però coordinata dai nostri colleghi di SOS Italia”. Nel mese di giugno SOS Feriendorf di Caldonazzo ha accolto 242 persone arrivate in Italia dall’Ucraina. Qualche altra famiglia arriverà a settembre.

“Abbiamo organizzato una festa – spiega Eberle – in cui sono state coinvolte le autorità locali e i rappresentanti delle organizzazioni che hanno partecipato al progetto del campeggio che ha ospitato i ragazzi di Uman’. Al termine della festa, le accompagnatrici del gruppo ci hanno donato il pane tradizionale ucraino che rappresenta un segno di benvenuto e di gratitudine”.

I momenti di svago sono stati offerti dalla cooperativa Geco

Dei momenti di svago sono stati offerti anche dalle Acli Trentine e da Luca Pisetta con il suo “Oltre la festa”. “I nostri bambini qua staccano completamente”, hanno detto commosse le accompagnatrici del gruppo, che hanno intonato la canzone “Chornobrytsi”. “Sembra che il tempo si sia fermato. Per loro è un grande regalo, e di questo vi ringraziamo di cuore”.

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