Estate in campo, 19 ragazze e ragazzi in Sicilia con l’Arci di Trento e di Bolzano

I ragazzi di Trento e Bolzano, protagonisti di Estate in Campo

Antimafia, una parola che ha assunto diversi significati nel corso della sua storia, e che viene attualmente riconosciuta come impegno nella lotta alla mafia in tutte le sue forme. Lo sanno molto bene i 19 ragazzi dai 16 ai 25 anni, provenienti dalle province di Trento e Bolzano che hanno partecipato al progetto Estate in Campo, promosso da Arci Trento e Arci Bolzano.

Accompagnati da quattro tutor, tra cui anche Andrea La Malfa, presidente di Arci Trento, i ragazzi sono stati in Sicilia dal 13 al 22 luglio per svolgere attività legate al mondo dell’antimafia e dei beni confiscati, alloggiando a Corleone a Casa Caponnetto, sede della cooperativa “Lavoro e non solo” gestita da Calogero Parisi. La routine comprendeva lavoro nei terreni confiscati alla mafia nei pressi di Corleone alla mattina, un tipico pranzo siciliano a casa Caponnetto, per dedicare il pomeriggio alle attività.

Gli incontri sono stati molteplici: dall’incontro con Marilena Bagarella, responsabile della “Bottega della legalità” di Corleone, da cui si è potuto trarre un quadro generale della mafia al giorno d’oggi, dato da una persona che la vive quotidianamente alla visita a Cinisi, luogo di nascita e di morte di Peppino Impastato, di cui ancora oggi è possibile visitare la casa natia contenente tutte le memorie a lui legate. La testimonianza più toccante secondo i partecipanti è stata quella di Serafino, uno degli ultimi sopravvissuti alla strage di Portella della Ginestra ad opera del bandito Giuliano del 1947, quando aveva 14 anni. Il racconto in prima persona di una festa degenerata in strage è una cosa a cui è impossibile restare indifferenti e nonostante i problemi di salute la testimonianza di Serafino è stata molto preziosa.

I giovani di “Estate in campo” con Andrea La Malfa

Anche la partecipazione al trentennale della strage di Via D’Amelio a Palermo è stato molto importante. Vedere il luogo dove è esplosa la bomba, circondato da bambini che giocano, come da volontà della madre di Borsellino, ha trasmesso a tutti un bel messaggio, un messaggio di vita, invece che di morte. Alla commemorazione hanno partecipato anche alcuni personaggi di spicco nel mondo della politica.

Purtroppo non solo via d’Amelio è stata luogo di stragi: girando Palermo si possono notare diverse targhe con nomi e date, ad indicare i luoghi delle uccisioni di grandi uomini impegnati nell’antimafia, tra cui Boris Giuliano, Rocco Chinnici e Piersanti Mattarella, fratello del Mattarella che tutti conosciamo, assassinato da Cosa Nostra.

I partecipanti al progetto “Estate in campo”

Un progetto pieno di emozioni, insomma, che non rimarrà fine a sé stesso, perché la decisione quasi unanime è stata quella di portare il progetto nelle scuole, per poter condividere un’esperienza di vita nel cuore della Sicilia, che ne fa scoprire i lati più belli, ma anche quelli più duri, che spesso non si riescono a cogliere facilmente. Per testimoniare l’importanza di questo progetto si può citare una frase di Borsellino: “Se la gioventù le negherà il consenso, anche l’onnipotente, misteriosa mafia svanirà come un incubo”, a cui è ispirato anche il libro “Se la gioventù le negherà il consenso: In dialogo con i testimoni a 30 anni dalle stragi di Capaci e via D’Amelio” scritto dai ragazzi di una scuola del Trentino, in occasione del trentennale.

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