A settembre riparte la “ComboUniversitaria”

Credit: Centro Astalli

C’è tempo fino al 29 agosto per candidarsi all’esperienza di “ComboUniversitaria” e “CappUniversitaria”, due comunità di studenti e studentesse che frequentano l’università e vivono a stretto contatto con i richiedenti asilo nelle strutture dei Padri Comboniani e dei Padri Cappuccini a Trento e Spini di Gardolo.

In queste due strutture il Centro Astalli Trento – Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati accoglie persone richiedenti asilo inserite all’interno di un progetto di seconda accoglienza che punta al raggiungimento dell’autonomia personale.

Questa accoglienza si ispira all’appello lanciato da papa Francesco durante una visita al Centro Astalli di Roma nel 2013: “i conventi vuoti non sono nostri, ma sono per la carne di Cristo che sono i rifugiati”.

Agli studenti e alle studentesse si propone di vivere vicino alle persone richiedenti asilo, facendo propri i valori della cittadinanza attiva, il motto del Centro Astalli “accompagnare, servire, difendere” e la missione dei Padri Cappuccini e dei Padri Comboniani a spendersi per gli altri.

Nella struttura di Spini di Gardolo che ospita la CappUniversitaria (Casa San Francesco) sono ospitate molte realtà diverse: una comunità di 12 richiedenti asilo (uomini e donne), una comunità di 4 studenti e studentesse, l’accoglienza di tre nuclei familiari, gli uffici dell’equipe accoglienza del Centro Astalli Trento, uno spazio che accoglie alcuni laboratori e un dormitorio per 16 richiedenti asilo senza fissa dimora, per il quale potrebbe essere chiesta agli studenti la disponibilità a coprire qualche turno di reperibilità.

Nella struttura della ComboUniversitaria in via Missioni Africane a Trento sono ospitate tre realtà diverse: una comunità dei 3 Padri Comboniani, una comunità di 13 richiedenti asilo (uomini), e una comunità di 6 studenti e studentesse. In entrambe le strutture, ognuna delle comunità ospitate ha a disposizione degli spazi propri, ma si condivide l’utilizzo di alcuni luoghi comuni, consapevoli dell’arricchimento reciproco che ne può derivare se ci si impegna in un dialogo sereno e costante.

Come sarà la vita quotidiana degli studenti e delle studentesse che entreranno a far parte delle convivenze universitarie? In entrambe le strutture, ogni studente avrà una camera da letto singola (con armadio, scaffale e scrivania), un bagno personale e una cucina in comune con gli/le altri/e studenti e studentesse. Nelle strutture sono presenti spazi comuni, adatti ai momenti comunitari con le persone richiedenti asilo.

La scelta di vivere la quotidianità a fianco delle persone richiedenti asilo richiede un atteggiamento di umiltà e di ascolto, consapevoli di approcciarsi a situazioni delicate; questa scelta deve tradursi anche nella disponibilità a prendere parte a una progettualità in comune e a partecipare a momenti di confronto e formazione per una convivenza più positiva.

La comunità degli studenti è laica, coinvolge sia credenti sia non credenti, secondo il pensiero del cardinal Martini: “Io non domando se siete credenti o non credenti, ma se siete pensanti o non pensanti. L’importante è che impariate a inquietarvi”.

“Riteniamo che un atteggiamento “pensante” sia indispensabile – spiegano dal Centro Astalli nel presentare l’iniziativa -, insieme alla disponibilità ad affrontare alcuni momenti di confronto sulla spiritualità. Questi momenti sono pensati come occasione di crescita personale, in linea con lo spirito che anima il lavoro del Centro Astalli e dei Padri Cappuccini e Comboniani”.

Gli studenti e le studentesse si impegnano a: momenti di convivialità con gli/le ospiti richiedenti asilo; dialogo con gli operatori e operatrici del Centro Astalli (una volta al mese ci sarà un incontro di monitoraggio della vita comunitaria e del progetto di convivenza); eercorso di formazione proposto dal Centro Astalli su tematiche legate all’accoglienza e alle migrazioni forzate; momenti comuni di riflessione e spiritualità, anche grazie alle proposte dei Padri Gesuiti di Villa Sant’Ignazio e dei Padri Comboniani e dei Padri Cappuccini; cura della struttura, inserendosi nei turni di pulizia degli spazi comuni anche esterni; disponibilità a raccontare la propria esperienza di vita comunitaria (es. a gruppi di scout, catechesi e associazioni interessati a scoprire un’esperienza di vita alternativa) e a tessere reti con il territorio circostante (es. partecipazione a proposte del quartiere).

INFORMAZIONI TECNICHE

Il periodo di permanenza è preferibilmente di 12 mesi o 6 mesi a seguito di una richiesta motivata. Previsto un rimborso spese di 270 euro per stanza singola, internet escluso.

La candidatura, unica per le due strutture (anche se si può esprimere una preferenza non vincolante), si fa alla pagina del Centro Astalli dedicata (QUI il link).

Bisogna inviare le candidature entro il 29 agosto. I colloqui e la selezione saranno a inizio settembre, con partenza del progetto sempre entro il mese di settembre. Per maggiori informazioni e adesioni scrivere a: elisabetta.girardi@centroastallitrento.it o chiamare il numero: 3402178929 (Elisabetta Girardi)

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