“Non Chiamatemi Morbo”, il Parkinson in mostra a Rovereto

Torna in Trentino la mostra fotografica parlante intitolata “Non Chiamatemi Morbo” all’Urban Center di Rovereto

Torna in Trentino, dopo due anni dal primo debutto, la mostra fotografica parlante “Non Chiamatemi Morbo” in programma all’Urban Center di Rovereto. L’esposizione, che sarà inaugurata nel pomeriggio di mercoledì 21 settembre e sarà aperta al pubblico dal mercoledì al venerdì dalle 15 alle 19 e nel weekend dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 19, si propone di attivare un interessante dibattito sul tema della telemedicina in relazione alla malattia di Parkinson.

“Se consideriamo che la telemedicina permette di assistere e monitorare i pazienti con il solo utilizzo delle tecnologie digital e senza limiti di tempo o di spazio, è facile comprenderne subito l’estremo valore per il Trentino e non solo” commenta la Presidente dell’Associazione Parkinson Trento ODV, Andreanna Bayr parlando di questo settore medico inteso come il ramo dell’e-health che impiega le tecnologie dell’informazione e della  comunicazione per innovare i tradizionali metodi di visita medica e terapia. Continua la presidente nel dire che all’inaugurazione sono state invitate “diverse personalità autorevoli in materia tra rappresentanti politici e scientifici: la nostra idea è quella di favorire una discussione  sul tema che incentivi lo sviluppo della telemedicina a livello locale.”

La mostra è il risultato di oltre un anno di studio e ricerca del fotografo Giovanni Diffidenti: oltre 40 gli scatti realizzati da questo professionista e scelti per raccontare, in una perfetta combinazione tra intima quotidianità e potere evocativo dell’immagine, le storie di resistenza di diverse decine di persone con Parkinson, tra i quali anche alcuni volti noti come il giornalista Vincenzo Mollica e lo scienziato Edoardo Boncinelli.

A rendere ancora più intenso e coinvolgente lo storytelling offerto dall’esposizione, anche la possibilità di ascoltare le voci di Lella Costa e Claudio Bisio interpretare in prima persona la malattia nei panni di Mrs. e Mr. Parkinson.

Basterà scaricare una App gratuita, indossare un paio di auricolari e inquadrare con il proprio smartphone i QRCode abbinati a ciascuno scatto, per vivere in maniera ancora più immersiva l’esperienza di “Non Chiamatemi Morbo”, entrando nelle vite dei soggetti protagonisti e avvicinandosi con discrezione alle diverse strategie di resilienza da loro adottate. 

Progetto ideato dalla Confederazione Parkinson Italia e promossa sul territorio locale dall’Associazione Parkinson Trento ODV, ha visto partecipi anche alcuni istituti scolastici del territorio come l’Istituto di Istruzione Superiore don Milani e l’Istituto Pavoniano Artigianelli per le Arti Grafiche di Trento. L’obiettivo consiste nel favorire la conoscenza della malattia Parkinson cominciando dall’abolizione del termine “morbo”, ma anche di raccontare alle nuove generazioni le sfide affrontate da pazienti e caregiver, di fornire competenze relative all’accoglienza e allo storytelling sanitario e di offrire un’esperienza di lavoro tanto  arricchente quanto alternativa, l’Associazione Parkinson Trento ODV ha infatti proposto alle classi quinte di  questa scuola un interessante progetto formativo. 

Per le classi quinte dell’Istituto superiore don Milani, l’Associazione Parkinson Trento ODV ha proposto loro di favorire la conoscenza della malattia Parkinson cominciando dall’abolizione del termine “morbo”, ma anche di raccontare alle nuove generazioni le sfide affrontate da pazienti e caregiver, di fornire competenze relative all’accoglienza e allo storytelling sanitario e di offrire un’esperienza di lavoro tanto  arricchente quanto alternativa.

Attivo anche  l’Istituto Artigianelli per le Arti Grafiche con un innovativo  percorso formativo dedicato alla fotografia in ambito socio-sanitario, dando la possibilità di ad una sessantina di studenti di “passare dalla teoria alla pratica” ascoltando dapprima la testimonianza diretta del fotografo della mostra Giovanni Diffidenti per cimentarsi poi nella realizzazione diretta di questa particolare tipologia di contenuto, combinando in giuste proporzioni empatia e competenze tecniche.

“I tanti anni dedicati all’insegnamento hanno certamente favorito la nascita di questa collaborazione, che  concilia due pilastri portanti della mia vita: scuola e Parkinson. – ha riferito Ivonne Merlo, Consigliere dell’Associazione Con il supporto del direttivo dell’associazione, siamo infatti riusciti a coinvolgere alcune classi di studenti in un percorso di conoscenza della malattia di Parkinson che, iniziato già a maggio di quest’anno, culminerà a settembre con la visita alla mostra e con alcune interessanti opportunità di  alternanza scuola-lavoro”.

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