Bypass ferroviario, è in corso il campionamento degli inquinanti

Il cantiere pilota del bypass ferroviario è stato avviato sulla fossa Armanelli

“Il risultato delle analisi ci dirà quali presìdi dovranno essere messi in atto durante i lavori: maggiore sarà l’inquinamento rilevato, più consistenti dovranno essere i presìdi. Il cantiere pilota ci permette di valutare in piccolo quello che succederà in grande“.

Queste le parole del dirigente dell’Appa Gabriele Rampanelli, che questa mattina (giovedì 15 settembre) ha svolto un sopralluogo al “cantiere pilota” di quattro metri per due metri per due metri avviato a Trento Nord, sulla fossa Armanelli, dove finivano gli scarichi della Sloi: un terreno che sarà interessato dal progetto della Circonvallazione ferroviaria.

Lo scavo è stato realizzato da Italferr per conto di Rfi, ed ha lo scopo di misurare gli inquinanti che possono disperdersi nell’aria dopo il movimento della terra. Il primo giorno del “cantiere pilota”, martedì scorso, è stato misurato “il bianco”, ovvero la qualità dell’aria in condizioni normali con gli inquinanti caratteristici della fossa Armanelli.

Ieri invece si è scavato fino alla profondità di 2 metri, ovvero fino alla sezione di terreno in cui si concentrano gli inquinanti. “A questo riguardo – precisa in una nota il Comune di Trento – va precisato che una maggiore profondità non avrebbe portato nessuna informazione aggiuntiva a quelle fornite da questo scavo che è rappresentativo di quanto sarà realizzato quando partirà il cantiere vero e proprio”.

La rappresentatività del cantiere proposto da Italferr è stata infatti valutata e approvata da parte degli uffici provinciali competenti in materia. Dopo lo scavo, ieri la terra è stata rimestata più e più volte in modo da disperdere la quantità massima di inquinanti: i dati sono stati raccolti da numerosi tipi di campionatori in grado di rilevare e misurare la presenza di diverse sostanze, dal piombo al mercurio alle polveri. Oggi lo scavo è stato richiuso e sono stati raccolti nuovi campioni, così da verificare nuovamente tipologia e quantità di emissioni.

Con uno scavo profondo due metri ieri è stata sbancata la fossa Armanelli dove finivano gli scarichi della Sloi

“Appa acquisisce le stesse informazioni raccolte dai tecnici di Rfi con rilevamenti autonomi – ha precisato Rampanelli -. Come da prassi, i risultati delle controanalisi condotte da Appa saranno però secretati fino a quando non saranno pronti quelli di Rfi, che si avvale anche della consulenza dell’università di Tor Vergata per le valutazioni”.

Servirà qualche settimana di tempo per avere le relazioni conclusive di Rfi, relazioni che saranno utilizzate per quantificare i rischi eventuali sia per i lavoratori sia per la collettività e per adottare le contromisure più adatte a garantire la massima sicurezza.

La roggia Armanelli su cui è stato eseguito il cantiere pilota è una “fossa di guardia” della ferrovia dentro cui sono finiti gli scarichi della Sloi, la fabbrica che fino al 1978 ha prodotto il piombo tetraetile, l’antidetonante della benzina. Ieri, quando la roggia è stata sbancata completamente fino alla profondità in cui si trovano gli inquinanti, si è sentito l’odore caratteristico dei composti organici del piombo. Per le rilevazioni è stato utilizzato anche un Canister in grado di aspirare l’aria per otto ore: il contenuto sarà poi analizzato in laboratorio insieme alle altre fiale dei campionatori. Nei giorni scorsi, su richiesta del Comune, sono stati eseguiti inoltre alcuni sondaggi in profondità nella zona in cui sarà realizzata la galleria artificiale.

“L’esecuzione del cantiere pilota risponde a una precisa e giusta richiesta del Consiglio comunale – ha precisato il sindaco di Trento Franco Ianeselli, in visita al “cantiere pilota” -. Si tratta di una strada obbligata: dobbiamo capire prima il livello dell’inquinamento per sapere quali misure adottare, come potranno essere svolti i lavori. Il cantiere della Circonvallazione ferroviaria ci dà la possibilità di intervenire su quella che è una ferita aperta per la città e di cercare soluzioni non solo per i terreni interessati dal tracciato ferroviario, ma per l’intera area inquinata”.

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